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L’Assemblea Angopi sui porti e il demanio

NAPOLI – Il tradizionale appuntamento che l’Angopi, l’associazione nazionale ormeggiatori e barcaioli italiani, organizza sui temi portuali, si è tenuto a Castel dell’Ovo. Tema del confronto il controllo pubblico e la snellezza operativa come obiettivi di sistema.

Nella sua relazione il presidente di Angopi, Cesare Guidi, ha sottolineato che “quanto mai attuale appare la disciplina codicistica degli ‘usi pubblici’ del mare, meritoriamente tenuto in considerazione dal legislatore, che con la legge di riforma portuale (legge 84/94) ha, fra l’altro, attribuito alle Autorità Portuali compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazione portuali, prevedendo un regime concessorio per l’affidamento delle aree demaniali necessarie allo svolgimento delle medesime operazioni portuali”. Questo impianto normativo ha spiegato il presidente di Angopi “appare oggi più che mai funzionale alla tutela dell’interesse nazionale, soprattutto in un momento caratterizzato dalla prospettiva di ingenti investimenti derivanti da un ormai avviato progetto di costituzione di un nuovo aggregato geografico euro asiatico”.

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Il convegno ha visto la presenza, tra gli altri del senatore del M5S Gregorio De Falco, di Mario Mattioli, presidente di Confitarma, del segretario generale di Assoporti, Francesco Mariani, dell’ammiraglio Giovanni Pettorino, capo delle Capitanerie di Porto. Nel suo intervento il senatore del M5S De Falco, ha ribadito l’importanza che sia confermata la natura di Ente pubblico delle Autorità di Sistema Portuale. Il parlamentare ha insistito nel suo intervento sul principio della separazione tra regolazione e attività di impresa nei porti italiani. Peraltro, ha spiegato, anche l’evoluzione del sistema portuale – da semplice luogo di rifugio a snodo logistico della catena dei trasporti, passando per luogo di deposito delle merci e di trasformazione di materie prime – spinge nella direzione di “un controllo pubblico per vigilare sul fatto che le peculiarità del porto siano adeguatamente tenute in considerazione”. I compiti di promozione e coordinamento di forme di raccordo con i sistemi logistici portuali e interportuali per il senatore del M5S dovrebbero essere meglio specificati, “attribuendo alle medesime Autorità un ruolo di garante dell’omogeneità della disciplina del lavoro fra l’ambito portuale e i sistemi logistici”.

Anche Mario Mattioli, presidente di Confitarma, ha detto che la sua associazione “è assolutamente d’accordo con Angopi che sia ribadita la gestione pubblicistica dei porti. E’ questa una garanzia per tutto l’armamento e per lo sviluppo complessivo della portualità. I nostri porti però – ha aggiunto – devono essere sempre più competitivi e andare con decisione verso una semplificazione amministrativa”.

Peraltro, un significativo esempio di come il controllo pubblico si possa conciliare con l’attività imprenditoriale è stato portato dal presidente della SAPIR, Riccardo Sabadini, che ha ripercorso la storia del terminal di Ravenna, felice testimonianza di convivenza fra pubblico e privato.

“Senza sicurezza non può esservi sviluppo duraturo”: questo il messaggio che l’ammiraglio Giovanni Pettorino, a capo delle Capitanerie di Porto ha lanciato dal palco del convegno. Pettorino ha concluso con un passaggio sull’emergenza migranti. “Il nostro Paese negli ultimi 4 anni ha coordinato oltre 4000 soccorsi portando al salvataggio di 600mila persone. Se questi temi non prendiamo lezioni da nessuno”.

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Pubblicato il
20 Giugno 2018

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