Darsena Europa? I miei dubbi

Fabrizio Vettosi

LIVORNO – Fabrizio Vettosi managing director VSL Club S.p.A e consigliere Confitarma, invitato all’inaugurazione della sala Confitarma in Accademia Navale, ci ha rilasciato questa intervista prima del convegno del Propeller Club livornese, nel quale è stato relatore.

Dottor Vettosi, cosa rappresenta la sala Confitarma dell’Accademia Navale per la vostra confederazione?

“È un attestato molto importante per l’associazione che è nata nel 1901 e credo sia l’organismo associativo più rappresentativo in ambito armatoriale. È un momento particolarmente emozionante, una testimonianza forte da parte della Marina Mercantile e dell’Autorità Militare. Penso che non possa esistere una grande flotta mercantile senza una grande istituzione pubblica alle spalle; istituzione che si può declinare in varie forme, compresa la Marina Militare che rappresenta anche la cultura del mare. Pensiamo alle molte sperimentazioni su motori e su tecnologie fatte in ambito militare e trasferite molto spesso in ambito commerciale. Questa osmosi di esperienze deve essere coltivata e Confitarma può farlo – anche se oggi c’è un’altra associazione che merita rispetto e riconoscimento – per la sua storia, per un travaso di quasi 120 anni di competenze, e per la sua ampia rappresentatività. Spero in un ulteriore connubio fra la Marina Mercantile e quella Militare proprio attraverso l’Accademia, istituto unanimemente riconosciuto per l’eccellenza formativa non solo a livello italiano ma mondiale.

Ci sono i presupposti oggi per una possibile riunificazione delle due associazioni degli armatori?

“Colloqui in tal senso sono all’ordine del giorno, mi sembra che il clima sia più disteso e ci siano maggiori convergenze di obiettivi. Non posso valutare se ciò sia una premessa per una riunificazione, ma lo spero per le qualità eccellenti che ci sono da una parte e dall’altra. Come dice spesso anche il nostro presidente Mattioli: da soli si va più veloci ma insieme si va più lontano.

Lei è un importante analista, specializzato in shipping e industria marittima; se e quando sarà realizzata la Darsena Europa a Livorno quale potrà essere la sua funzione, data la grande concentrazione di terminal portuali sul Tirreno?

“Poco fa due presidenti di Autorità di Sistema Portuale sono stati estremamente polemici su un mio studio su questi temi. Prima di rispondere sulla Darsena Europa, devo ricordare che quello studio in realtà mette solo dei colori su una tavolozza, anche se mi rendo conto che questi colori, una volta resi pubblici, possono essere interpretati, commentati e, di conseguenza, possono essermi state attribuite parole che non ho detto. Lo studio è una mia analisi che non aveva alcuna ambizione di dare pagelle dato che per un rating ci vuole ben altro. Quei dati sono del MIT, è il MIT che parla di certi parametri, non sono io a farlo. Se l’analisi fatta con i numeri dell’ente è sbagliata, sono pronto a riconoscerlo: ripeto che l’obiettivo non era dare dei voti di bravura o meno. Mi sono invece sentito dire, sulla base del mio studio, che le AdSP non sono imprese, che devono solo operare per arrivare al pareggio e non ad altro. Poi magari le stesse figure che mi contestano si vantano di essere dei manager di impresa. Vorrei dunque capire se i presidenti di AdSP devono essere manager di impresa o ufficiali pubblici, burocrati.

Torniamo alla Darsena Europa. La mia opinione sull’opera è che non sia giustificata per l’allocazione delle risorse pubbliche. In Italia abbiamo 6 milioni di contenitori che vengono trattati da spoken and hub: 6 milioni e non 10, perché 4 sono di transhipment e non “parlano” con il territorio. I puri contenitori di riferimento al territorio sono 6,5 milioni circa. Abbiamo ormai una capacità produttiva che supera probabilmente i 20 milioni di contenitori, se non di più, con otto terminal container nel raggio isocronico di 350 km. Com’ è noto se c’è troppa offerta il prezzo scende: quindi la redditività, quindi il ritorno anche di un investimento pubblico, non è giustificato. Quando ho letto il piano della Darsena Europa ed ho visto che la sua catchment area sarebbe il Nord Est Italia, o oltre, sono rimasto perplesso; e così quando ho visto che improvvisamente il numero dei contenitori saltava a partire da una certa data, ma senza una spiegazione a mio parere motivata, mi sono fatto delle domande da analista. Così francamente non penso che la Darsena Europa sia un investimento giustificabile: lo dico da cittadino italiano, vista la capacità già in essere oggi. E dato che le grandi compagnie di linea tendenzialmente dovrebbero riallocare anche le proprie navi, rivedere i propri operativi (e lo stanno già facendo: lasciamo stare il blanck sailing) lo stesso servizio feeder andrà rivisto. Perché non è vero che le navi da feederaggio, da 4600 contenitori, non servono più; la fase attuale ci sta infatti dimostrando che sono navi molto utilizzate. Pertanto in base a quali economics, in base a quali razionali realizzare una Darsena se Livorno può essere un ottimo scalo feeder? Io i razionali non li vedo”.

Cinzia Garofoli

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