TOKYO – Non siamo ancora alla robotica del visionario Asimov, con uomini artificiali non distinguibili dagli esseri umani: ma la scienza corre anche in questo campo. È notizia sul web che la compagnia marittima giapponese Mitsui OSK Lines e la connazionale di robotica Meltin MMI hanno firmato a Tokyo un’intesa per installare robot radiocomandati sulle navi per utilizzarli come “pezzi “di equipaggio nei ruoli più disagevoli, sala macchine o di carico e scarico.
L’accordo – scrive un report – arriva nel corso di una collaborazione tra le due società che va avanti da oltre un anno. È un’intesa rilevante perché le due aziende lavoreranno non soltanto sulle tipologie di mercantili e di rotte marittime in cui inserire i robot di Meltin (fondata nel 2013 a Tokyo) ma anche per implementare le tecnologie correlate.
Il robot dei test attuali è il modello Meltant-β pronto per essere testato, in questo caso in ambienti di lavoro reali. È un robot, non un androide alla Asimov, ovvero è una macchina e richiede una programmazine. Meltant-&beta viene già impiegato sperimentalmente da aziende private e organizzazioni governative. È comandato a distanza tramite realtà virtuale (un visore), con l’operatore.
I recenti sviluppi nella comunicazione digitale (si pensi al 5G), così come il miglioramento continuo dell’ingegneria meccanica di tipo robotico – continuano i rapporti – rendono sempre più realistica la possibilità di inserire robot a bordo dei mercantili. Per farli lavorare nelle disagevoli sale macchine o per farli lavorare su interventi pericolosi, operare con carichi pesanti e complicati da stabilizzare.
I robot di Meltin sono in sostanza prototipi da utilizzare nei lavori pesanti, pericolosi, logoranti o svolti in ambienti a temperature molto alte o basse. L’obiettivo dichiarato, anche per non allarmare il settore, non è sostituire i marittimi ma aiutarli nei lavori meno agevoli.