Merlo: luci e ombre della logistica

Nella foto (da dx): Il presidente del Propeller Giorgio Bucchioni e il presidente di Federlogistica Luigi Merlo.

LA SPEZIA – Meeting particolarmente partecipato dagli operatori dei porti della Spezia e di Marina di Carrara al Propeller quello che, a Porto Lotti, ha ospitato Luigi Merlo, presidente di Federlogistica, presenti il sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini e il comandante della Guardia Costiera-Capitaneria di Porto Alessandro Ducci.

Nel presentare il relatore, il presidente del Club Giorgio Bucchioni, ha ricordato i fatti più recenti che riguardano, tra luci e ombre, attualità e futuro sia dei porti sia della logistica. Come la irragionevole insistenza della Unione Europa nel ritenere imprese le autorità di sistema e quindi soggette a imposizione fiscale; come però tra le luci l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della disciplina dello Sportello unico doganale e dei controlli, il così detto SUDOCO, previsto dal PNRR nell’ambito della riforme sulla competitività della rete logistica, disciplina che rappresenta una svolta davvero operativa, peraltro anticipata da un anno dalla comunità portuale spezzina, primo e ancora unico caso in Italia; come l’invio alla Spezia da parte del Gruppo Grimaldi della prima nave sulla quale saranno installati gli impianti scrubber essendo stato commissionato il lavoro alla società Jobson Italia. 

Giorgio Bucchioni non ha mancato infine di mettere in guardia dalla ideologizzazione della transizione ricordando, tra l’altro, che il New York Time ha cominciato a mettere in dubbio l’esaustività, per come è coralmente e semplicisticamente predicata, dell’elettrico applicato alla mobilità.

L’intervento di Luigi Merlo si è aperto con l’inquadramento della riforma Delrio, confutando le voci di parte del cluster marittimo che la ritengono una riforma dimezzata, nel senso che non è stata portata a termine, in quanto, secondo il relatore, che in allora era consulente dello stesso ministro Delrio, dopo aver lasciato l’incarico di presidente dell’Autorità portuale di Genova, la riforma del 84/94 di Prandini è stata quella della svolta storica che ha trovato applicazione alla Spezia con il primo modello di terminal privato. La riforma Delrio, per Merlo, è stata poi necessaria e fondamentale per introdurre alcuni correttivi che evitassero soprattutto i conflitti di interesse. Ed è vero che è rimasta, non incompleta, ma in parte inapplicata soprattutto sulla governance attraverso la conferenza nazionale di tutti le Autorità di Sistema Portuale.

Merlo è poi tornato a denunciare che per le opere pubbliche, il PNRR non tiene minimamente conto dei cambiamenti climatici e in particolare dell’alzamento del livello del mare calcolato in 35 centimetri tra i venti e i trent’anni e 100 centimetri nei prossimi cento anni. E ha ricordato lo studio che Federlogistica ha commissionato ad Enea, uno studio per valutare le opere di protezione, le nuove altezze delle banchine e l’entità della sparizione di aree. “Ma – ha osservato – anche se nel PNRR non c’è nulla di tutto questo, non si può fare finta che il lavoro portuale anche da questo punto di vista cambierà. A proposito del quale il richiamo finale è stato esplicito: “Gli operatori devono lavorare su prospettive non sull’oggi. Il che vale anche per la tecnologia che non smette di essere superata”.

In conclusione Luigi Merlo ha evidenziato la incomprensibile difficoltà di andare ad un coordinamento, al quale si era peraltro pensato, per tenere insieme politiche europee e politiche nazionali, soprattutto in questa fase del PNRR e delle straordinarie risorse che devono essere impiegate in base a una visione d’insieme del sistema porto-logistico italiano.

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