Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Ciclisti ondivaghi, ma hanno ragione loro

Ci scrive sul web una lettrice, Giovanna R. che ha subìto in una strada di periferia di Cagliari un tamponamento da parte di un’auto, per fortuna senza gravi conseguenze a parte lo spavento a qualche graffio. Dice che l’assicurazione dell’auto investitrice non vuole pagare perché lei procedeva “in modo ondivago”. Ecco la sintesi:

Sono stata investita in bicicletta da dietro da un’auto che andava, secondo me, a più di 50 km/h: io pedalavo sulla destra anche se per evitare le buche mi sono un paio di volte spostata più verso il centro. Questo è bastato all’assicurazione dell’investitore per attribuirmi la responsabilità dell’incidente.

Ma chi tampona non ha sempre torto, come ci insegnano a scuola guida?

[hidepost]

*

I casi di tamponamento sono infiniti, e certamente un procedere “ondivago” non è il modo migliore per pedalare in sicurezza. Ciò nonostante le riferiamo quanto definito di recente dalla Cassazione nella sentenza 5760 del 22 febbraio scorso, riportata dal sito News Motori di marzo: “Qualora si verifichi un incidente con un ciclista e, pertanto, si urti la zona posteriore della bicicletta, la colpa ricade sempre sul conducente della persona alla guida dell’auto, a meno che egli non dimostri di aver rispettato, nel frangente dell’impatto, la distanza di sicurezza e l’evento abbia avuto luogo per cause a lui non imputabili.” 

Gli esperti hanno ricordato come l’articolo n. 149 del Codice Stradale sancisca che: “il conducente di un veicolo deve essere in grado di garantire in ogni caso l’arresto tempestivo del mezzo, evitando collisioni con il veicolo che precede, per cui l’avvenuto tamponamento con la bicicletta pone a carico del conducente medesimo una presunzione ‘de facto’ di inosservanza della distanza di sicurezza”. Di conseguenza, per sollevarsi da ogni responsabilità a suo carico il conducente “resta gravato dall’onere di dare la prova liberatoria, dimostrando che il mancato tempestivo arresto dell’automezzo e la conseguente collisione sono stati determinati da cause in tutto o in parte a lui non imputabili”. 

[/hidepost]

Pubblicato il
30 Marzo 2022

Potrebbe interessarti

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio