Ventimila dubbi sotto (ma anche sopra) i nostri mari

LIVORNO – Mettiamola così: bisogna imparare dai fatti e non illuderci in modo acritico con le speranze.

E i fatti di questi ultimi tempi c’insegnano che molti temi in strettissima relazione alla logistica sul mare (e sopra il mare) appaiono un coacervo di incertezze per chi deve necessariamente programmare che cosa fare e come investire. 

Lo si è visto, in ambito UE, con la brutta sceneggiata per l’auto green: prima divieto assoluto dei motori endotermici entro il 2035, poi una mezza marcia indietro su pressione della Germania, di nuovo il contrattacco di chi predica solo l’elettrico “Urbis et Orbis”, e attualmente siamo, come scriveva il padre Dante, “tra color che son sospesi”.

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Per l’auto 🚗🚙 è un grosso problema non avere certezze sul domani.

Ma prendiamo le navi: ci sono armatori di primissimo rango – cito solo il Gruppo Grimaldi per fare un esempio – che ha ordinato e sta ordinando una dozzina di navi nuove, che dovranno essere consegnate nell’arco dei prossimi due e tre anni.

Navi moderne 🛳, navi indispensabili per le nostre Autostrade del Mare che si sono dimostrate ormai da tempo la soluzione più idonea per decongestionare la rete stradale e ridurre le emissioni nocive nell’atmosfera, dando anche agli autisti il necessario riposo durante la navigazione, al posto di ore ed ore di stress al volante.

La crescita esponenziale dei servizi delle Autostrade del Mare – chi è abbondantemente sopra gli “anta” ricorderà i primi esperimenti con la famosa gara tra Rinoceronte e Ippopotamo, tra TIR sulla strada 🚛🚚 e nave 🛳, vinta su tutti i campi dal traghetto ⛴ – non ha contro-indicazioni se non l’inadeguatezza di alcuni porti per spazi e accosti.

Un tema comune a quello dei traffici per l’import e l’export delle auto nuove. Anche in questo campo arriveranno a breve altre navi, sempre più moderne, più ecologiche, più prestazioni.

Ma queste navi, come quelle delle Autostrade del Mare anch’esse in evoluzione, che tipo di motorizzazione dovranno avere?

 

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