Cosa stanno insegnando i Mini 650
GENOVA – La recente regata del campionato italiano della classe Mini 650, vinta dalla livornese Valentina Fissore con il giovanissimo francese Gaby Bucau, ha visto oltre alla sperimentazione di molti progetti nuovi di carene anche l’affermazione di un prototipo che sembra destinato ad ispirare le barche da competizione più grandi: la vittoria è andata infatti al “Maximus 650”, con una carena praticamente piatta e con la prua stondata a forma di…pentola.
L’immagine che pubblichiamo è più eloquente di ogni descrizione scritta. E conferma che scafi di questo genere, davvero estremamente diversi da quelli tradizionali, possono non solo toccare velocità considerevoli con i venti portanti, ma anche navigare bene di bolina, appoggiandosi sullo spigolo sottovento e mantenendo direzionalità grazie alla sottile pinna di deriva, regolabile sia in altezza che (moderatamente) in brandeggio.
Nelle andature portanti poi, queste piccole barche hanno il vantaggio di mantenere a lungo le planate (raggiungono anche i 15/17 nodi di velocità) senza alcun timore di infilare la prua sott’acqua, perché la forma a pentola (o secondo i francesi “a cucchiaio”) la tiene sempre sopra l’onda e i cavi d’onda.
Su queste piccole barche è il peso dell’equipaggio – una o due persone al massimo – a costituire la zavorra mobile, spostandosi a poppa nelle andature portanti e sul bordo (anche sottovento) nelle boline per arrivare a navigare sullo spigolo. Un modo tutto esasperato in sostanza di regatare a vela.