Con Ciaran, raffiche a 211 km/h

GENOVA – Secondo le rilevazioni del Sistema nazionale per l’Ambiente ARPA, in questo inizio di autunno 2023 la Liguria e la Toscana settentrionale hanno vissuto un’altra mareggiata storica causata dalla tempesta Ciaran.

Confrontando tale tempesta con quanto accaduto nel 2018, al passaggio della tempesta Vaia, risulta che entrambe hanno causato forti mareggiate con gravi danni alle infrastrutture costiere.

La mareggiata del 2018 fu scatenata da venti di Scirocco, ruotati in corso di evento da Sud, Sud-Ovest, che soffiarono su ampie porzioni di mare partendo dalla Tunisia; inoltre ci fu un ulteriore innalzamento del livello del mare di circa 1 metro per effetto dello storm surge, ossia della brusca diminuzione di pressione al passaggio di Vaia sul Mar Ligure.

La mareggiata del 2023 è stata prodotta invece da una libecciata con venti di burrasca forte da Sud/Sud-Ovest in azione a partire da Gibilterra già dal giorno precedente. Anche in questo caso ci fu un contributo dovuto allo storm surge.

L’evento del 2018 fu decisamente più breve, mentre quello di quest’anno è durato 4 giorni, a causa della sequenza di due tempeste molto simili a distanza di pochi giorni (dopo Ciaran, infatti, c’è stata la tempesta Domingos che ha prodotto i medesimi effetti sul mediterraneo).

L’onda massima registrata dalla boa di Capo Mele nel 2018 – riferisce ancora l’ARPA – fu di 10,5 metri (il 29 ottobre) con un periodo 11-12 secondi; durante la Ciaran l’onda massima stimata è stata superiore ai 10 mt. In entrambi i casi ingenti i danni alle strutture sulla costa per via del periodo molto lungo, che consente al mare di accumulare tanta energia e risultare molto penetrante lungo la costa. Tuttavia quest’anno i danni strutturali sono stati inferiori, anche a causa della migliore protezione che i nostri porti offrono all’onda di libeccio.

I venti sono stati molto intensi in entrambe le tempeste, anche se quest’anno sono durati per quasi tre giorni. Le velocità massime a Casoni di Suvero (Comune di Zignago a 1070 metri) sono state: il 2 novembre scorso 196 km/h, superati il 5 novembre da una raffica di 211 km/h; nel 2018 “solo” 180 km/h. Ma allora era il fondo scala dell’anemometro, che venne successivamente aumentato proprio per misurare queste intensità.

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