FIRENZE – Il consuntivo dell’estate avviata agli sgoccioli parla di un Adriatico che ha sofferto parecchio per le mucillagini. Se il mare Adriatico soffre, anch’esso con i suoi problemi. Le temperature nelle acque toscane hanno raggiunto i 30 gradi, mai sfiorati prima. Le conseguenze immediate sono state il proliferare di meduse e un’impressionante moria di pesci che c’è stata nelle lagune costiere come a Orbetello, e in generale in molti tratti di corsi d’acqua vicini al mare. Le elevate temperature hanno provocato infatti lo sviluppo di alghe e la mancanza di ossigenazione dell’acqua. Con risvolti pesanti per la pesca e, in qualche caso, con problemi anche alle spiagge più vicine. Ma la maggior parte degli oltre 600 chilometri di costa della Toscana è rimasta esente da problemi di questo tipo e le spiagge sono prese d’assalto da milioni di turisti.
L’acqua del Tirreno è rimasta limpida e bisognava solo fare attenzione alle meduse, specie quelle urticanti. A Livorno, con la consueta ironia, alcuni stabilimenti balneari si sono inventati il ’medusometro’ cioè un cartello che veniva aggiornato ogni giorno e indicava la frequenza più o meno alta di meduse in mare. In questa estate da Livorno fino all’isola d’Elba sono state osservate comunque molte meduse poco urticanti: il “polmone di mare” la classica medusa bianca abbastanza grande e al largo, specie lungo le isole, la bellissima e innocua “cotylorhiza”, vera opera d’arte della natura.
Mentre è ben più temibile, anche se piccola, è la “pelagia noctiluca”, rosa-violetto di circa 10 centimetri di diametro dotata di 8 lunghi tentacoli retrattili, molto urticanti e semi-trasparenti, che partono dai bordi e si possono estendere fino a 2 metri. Il problema del progressivo riscaldamento delle acque del mare però ha dei risvolti più inquietanti nella diffusione di specie aliene di pesci, crostacei e alghe. E questo può essere un problema ben peggiore, come si è visto già con il proliferare del granchio blu anche in alcune coste della Toscana.