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E adesso per favore basta Nimby

LIVORNO – C’è una frase che definisce ironicamente ma al meglio la lunga vicenda del rigassificatore della Olt: ovvero “la novella dello stento”. Della serie: dieci anni di battaglie – burocratiche, pseudo-ambientali, anche politiche, per arrivare finalmente all’ok definitivo per quell’impianto che immetterà nella rete nazionale del gas di 3,75 miliardi di metri cubi all’anno, pari al 5% circa del fabbisogno nazionale.
[hidepost]Con un non trascurabile problema, nato proprio dall’incredibile ritardo delle autorizzazioni: quando fu presentato, il progetto costava circa 400 milioni di euro ed era all’avanguardia nel mondo, oggi è costato presumibilmente più del doppio e già si sente dire che dovrà o potrà essere potenziato perché nel frattempo le navi gasiere sono cresciute di dimensioni e di portata. Come a dire: non è ancora arrivato e già può sembrare superato?
Ovviamente sono considerazioni al limite, forse anche provocatorie. Ma non si può ignorare l’assurdo che un’iniziativa tanto importante e innovativa come quella del rigassificatore Olt abbia richiesto dieci anni per diventare concreta: e addirittura che l’ultimo Ok ministeriale – come è stato detto qui a fianco nella conferenza stampa di Comune e Olt – sia arrivato solo pochi giorni fa, quando già la piattaforma stava per partire. Onore al merito di chi, come la società rappresentata da Peter Carolan, ha “osato” andare avanti malgrado tutto: e non ha gettato la spugna come hanno fatto altri colossi che erano partiti dopo, tipo la BP in Adriatico. Doppio onore al merito anche perché si è andati avanti nel momento storico forse peggiore per la remunerazione di chi opera nel comparto del gas: con la crisi mondiale i consumi sono calati, il costo del gas anche, e certo ci vorrà del tempo per riprendersi. Olt guarda ai tempi lunghi e fa bene. Con una fiducia nella ripresa dell’Italia che francamente ha quasi del patetico.
A questi fatti non c’è molto da aggiungere: Peter Carolan e il suo staff hanno confermato che da giugno saranno in pianta stabile a Livorno, dove già operano da tempo gli uffici della compagnia. L’auspicio è che adesso finalmente la loro strada non sia più in salita, che la città capisca quanta fiducia le è stata accordata in un momento così difficile; e specialmente che non rialzino la testa i vari comitatini NIMBY (not in my backyard) che già tanti danni hanno fatto in passato.
Il sindaco di Livorno stesso ha riconosciuto che la Olt ha operato sempre con spirito di collaborazione e di correttezza: si può anche discutere se le “compensazioni” per 480 mila euro concesse al Comune siano state spese bene o avrebbero potuto essere spese meglio, ma comunque ci sono. Adesso diamo tutti una mano: il rigassificatore è uno dei più importanti progetti energetici del momento, e fa di Livorno e della piattaforma offshore un “focus” mondiale di interesse. Non facciamo che torni di attualità il vecchio detto labronico: se vuoi far come ti pare (e rompere i c….i senza pagarne le conseguenze) vieni a Livorno. Sarebbe l’ennesima tafazzata.
A.F.

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Pubblicato il
3 Aprile 2013

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