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Il Porto di Venezia sulla Via della Seta

KRYNICA – Invitato per il secondo anno consecutivo dall’organizzazione del Forum Economico dell’Europa centro-orientale, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale, Pino Musolino ha partecipato a una sessione di dibattito relativa agli sviluppi della nuova Via della Seta. Contestualmente, Stefano Bonaldo, capo segreteria del Presidente e del Segretario Generale, ha partecipato al panel “Infrastrutture regionali: previsioni e direttrici di sviluppo”.

Il Forum, che si tiene annualmente a Krynica in Polonia e che giunge quest’anno alla XIX edizione, è considerato il più rilevante summit geo-politico tra le economie dell’Europa orientale, coinvolgendo oltre 4000 esperti provenienti da 60 Paesi del mondo. I Paesi dell’Europa dell’est sono particolarmente coinvolti dagli sviluppi della strategia cinese della Belt & Road, poiché sono destinati ad intercettare la linea di collegamento terrestre con l’estremo Oriente ma sono interessati anche all’aumento dei traffici lungo le altre due direttrici marine, quella mediterranea e quella artica.

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Il presidente Musolino è intervenuto in rappresentanza del porto veneziano, che è considerato uno snodo fondamentale dei traffici futuri sullo scacchiere europeo, nel contesto di un panel di relatori che comprendeva: Yuxi Sun, advisor del Ministero degli Affari Esteri cinese; Altai Efendiev, segretario generale The GUAM, Organizzazione per la Democrazia e lo Sviluppo Economico; Paul Irwin Crookes, professore di studi contemporanei cinesi ad Oxford; Diane Paula Corina Vancea, vicerettore della Università romena Ovidius di Constanta; Darren Spinck, managing partner di Global Strategic Communications Group e Jinping Zhao, ricercatore del Consiglio di Stato cinese.

“La BRI continua a rappresentare una grande opportunità in termini potenziali” ha dichiarato Pino Musolino rilevando come, a sei anni dal suo lancio, “la strategia cinese, ancora troppo aderente agli interessi cinesi, deve ora cominciare a delineare in maniera puntuale percorsi di cooperazione internazionale volti a rappresentare vantaggi concreti per tutti i soggetti in campo in un’ottica di maggiore reciprocità”.

“Nessuna strada è pensata per essere percorsa solo in una direzione e BRI può essere un grande elemento di sviluppo nel XXI secolo solo se contribuisce ad una crescita sostenibile delle infrastrutture e delle economie che vengono toccate da essa” chiarisce Musolino. “I livelli di lettura del fenomeno sono diversi a seconda della loro posizione geografica e della loro posizione lungo le catene di valore globale. È indubbio che, al momento, la strategia della nuova Via della Seta rappresenti soprattutto una grande opportunità per l’economia e finanche per la politica internazionale cinese, ma per poter dare frutti duraturi deve essere più aperta e condivisa con i Paesi e con le aree lungo le quali si sviluppa, in maniera sostenibile non solo in termini ambientali, ma anche sotto il profilo della fattibilità e tenuta economica e finanziaria dei vari progetti ricadenti dentro questo grande contenitore”. “L’Europa – conclude Musolino – si trova nella situazione di poter espandere la propria sfera d’influenza ma ciò potrà avvenire solo in presenza di una strategia sovranazionale coerente, che permetta di conseguire accordi di interesse reciproco con il partner cinese. È un approccio che, a Venezia, stiamo praticando da tempo, avendo siglato negli ultimi mesi intese commerciali mirate a moltiplicare i traffici e a creare ricadute positive in termini di valore e occupazione nella nostra area di riferimento, accompagnando questi accordi con interventi infrastrutturali mirati che garantiscano l’aumento della competitività dello scalo e dell’intera catena logistica”.

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Pubblicato il
7 Settembre 2019

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