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Salviamo il “Destriero”…

MILANO – Mentre l’Italia festeggia i suoi sette cantieri tra i primi quindici nel mondo, in particolare nei mega yacht, c’è una colonna portante della sua storia che giace abbandonata: è lo scafo del “Destriero”, uno dei progetti più audaci mai realizzati dall’Italia nautica, che trent’anni fa si aggiudicò il Nastro Azzurro per la più veloce traversata atlantica via mare. Oggi lo scafo, in degrado ma ancora intero, è abbandonato, forse in Germania, dopo essere stato per anni in Darsena pisana sul Canale dei Navicelli alla periferia della torre pendente.

Lo ricorda il mensile “Barche a motore” che ripercorre anche la storia dell’impresa, voluta dall’Aga Khan allora patron di Porto Cervo e della Costa Smeralda.

Nel cinema un progetto del genere – scrive “Barche a motore – sarebbe un kolossal. Quella “barca” italiana che ha incantato e fatto parlare di sé in tutto il mondo, ora rischia seriamente di finire nel dimenticatoio per sempre. I ricordi di chi ha vissuto quei momenti sono indelebili, ma l’imbarcazione da molti anni è abbandonata. E non conservare un pezzo di storia così importante sarebbe un peccato, soprattutto in un paese che soffre di una cronica mancanza di cultura nautica.

C’è, però, chi prova a scongiurare questa fine ingiusta. È Alberto Scuro, neo nominato presidente della Commissione Motorismo Storico degli Stati Generali del Patrimonio Italiano. E subito lancia l’appello all’Aga Khan: sostenere il recupero del “Destriero”.

Pubblicato il
18 Dicembre 2021
Ultima modifica
21 Dicembre 2021 - ora: 12:43

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