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Interporti e aumenti di capitale

LIVORNO – Premesso che ormai la catena logistica non può essere vista né sviluppata in un singolo anello senza coinvolgere gli altri, è indubbio che oggi gli armatori, sia nel campo delle Autostrade del Mare sia in quello più in generale delle grandi direttrici globali, si stiano mediamente dimostrando più reattivi e più impegnati sul mutare dei mercati.

Non solo gli armatori, in verità, ma in generale i grandi imprenditori della logistica.

Ultimo esempio, il nuovo aumento di capitale (6 miliardi, non bruscolini) sottoscritto dai soci dell’interporto di Trieste, che fa parte di una collaudata e avanzata catena tra le più efficienti d’Europa.

Altri esempi stanno arrivando dal proliferare di lavori sui porti gestiti dai grandi gruppi terminalisti. Lo sappiamo.

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In questo quadro, fermandoci a guardare il dito invece che la Luna, spicca vedere con quanta difficoltà e quanta lentezza si stia cercando di concretizzare un aumento di capitale anche per l’interporto Vespucci di Guasticce: anello importante della catena logistica tirrenica. L’assemblea dei soci – che peraltro sarebbero tutti d’accordo – è stata già rinviata più volte. Eppure le urgenze ci sono, come ha sottolineato più volte l’ad Cioni.

Forse perché l’aumento di capitale dovrebbe venire da nodi pubblici (AdSP) e non dai privati?

Il refrain rimane il solito: velocità è un parametro altrettanto importate… 

(A.F.)

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Pubblicato il
1 Luglio 2023
Ultima modifica
4 Luglio 2023 - ora: 10:15

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