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Nasce il Tuccoli T210 VM

LIVORNO – Dopo l’esordio dei modelli T250 nelle versioni Capraia e VM, il cantiere navale di Collesalvetti, con il coraggio di sempre malgrado la crisi e la pandemia, ha messo in produzione il T210 VM. Un natante entry level che abbina dimensioni compatte, contenuti tecnici specifici per la pesca e un interessantissimo prezzo d’acquisto (e con un’offerta per i primi “armatori” – dice il cantiere – davvero da non perdere). Realizzato sul progetto a consolle centrale del modello più grande da 7,50 metri introdotto nel 2019. Il nuovo arrivato in casa Tuccoli ha una lunghezza complessiva di 6,80 metri e una larghezza di 2,55 metri. Il tutto contenuto in un peso di 1800 kg. Anche in dimensioni così compatte è stata comunque realizzata una superficie calpestabile di 13,5 metri quadrati, uno spazio perfetto sia per le necessità dei pescatori sia per un pomeriggio di relax in rada. Le motorizzazioni sono fuoribordo e vanno dai 140 hp fino a 250 hp. Nella versione più estrema, il T210 VM ha una velocità di crociera compresa tra i 25 e i 27 Nodi e una punta massima di 43 Nodi. In conformità alle sue dimensioni e alla velocità di punta, l’angolo di deadrise è stato fissato a 20 gradi.

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Lo scafo è realizzato in laminato pieno, con spessori variabili che vanno da 8 mm sul fianco a 15 mm sulla chiglia. Il tutto è stato rinforzato con un ragno strutturale parzialmente controstampato. La costruzione del natante è in vinilestere e poliestere stratificata a mano. Mentre la coperta è stata progettata “a sandwich”. L’anima è in PVC da 15 mm e con una densità di 60 kg per metro cubo. Gli spessori sono variabili e sono compresi tra 20 e 25 mm.

«Tali valori soddisfano i requisiti strutturali imposti dal calcolo ISO standard, parte fondamentale della presentazione del fascicolo tecnico per le certificazioni emesse dagli enti certificatori», spiega il progettista Oris Martino D’Ubaldo. «È importante sapere che su questa dimensione, tra sei e otto metri di lunghezza, i requisiti strutturali imposti dal calcolo ISO sono largamente sovradimensionati. Per cui, rispettando tali requisiti il rapporto di sicurezza è maggiore che rispettando altri criteri di calcolo, comunque validi ai fini della certificazione, ma che abbassano il rapporto di sicurezza: un rapporto che individua il margine di sicurezza rispetto ai valori minimi previsti dal calcolo diretto».

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Pubblicato il
6 Gennaio 2021

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