La necessità di una logistica sostenibile

Federico Pozzi Chiesa

MILANO – È sicuramente un dato inequivocabile, visibile ad occhio nudo anche da parte dei non addetti ai lavori: partiamo dall’ultimo report NetComm e Polimi sull’eCommerce B2C.

Nel 2022 l’e-commerce di prodotto ha proseguito la propria corsa, pur con un ritmo più contenuto (+8%) rispetto a quanto visto nel 2021 (+18% sul 2020), e ha toccato i 33,2 miliardi di euro. Più in generale, il digital retail vale complessivamente 48,1 miliardi di euro (crescita media del 20%) e occupa ormai più di 300.000 lavoratori, essendo diventato determinante per l’economia italiana. L’e-commerce però non è un business solo digitale, anzi, ha una fortissima componente offline – magazzini, picking, packing e trasporti (in particolare “last mile”, il famoso ultimo miglio delle consegne che ormai è sempre più richiesto nelle modalità “same day & next day”, vale a dire in giornata o il giorno successivo all’acquisto online): in una parola, la logistica.

Riportiamo nelle righe seguenti un estratto dell’elaborato (molto interessante) realizzato da Federico Pozzi Chiesa (founder e ceo di Supernova Hub e group ceo di ITLM).

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Necessariamente la crescita dell’e-commerce ha una contropartita ambientale in termini di produzione di CO2; da un lato si producono più oggetti (vestiti, elettrodomestici, ecc.) dall’altro si intensificano le attività di trasporto e stoccaggio delle merci.

Ma quali sono questi sprechi?

Possiamo partire dall’utilizzo di imballi troppo grandi e il materiale di riempimento che aumentano i volumi trasportati (e dunque i viaggi su ruote) e il materiale da smaltire, ottimizzare il carico trasportato e potenziare l’efficientamento energetico degli impianti logistici. L’impiego di imballaggi eccessivamente grandi genera 66.087 tonnellate di emissioni di CO2 in eccesso all’anno, equivalenti a quasi 3,9 milioni di consegne in più. Potrebbe essere evitato l’utilizzo di 150.798 tonnellate di cartone e 371,8 milioni di metri quadri di nastro adesivo: tante per dare un riferimento reale, ciò corrisponde a più di due volte la città di Milano.

Le soluzioni esistono già e alcuni operatori della logistica le stanno già utilizzando: ad esempio, in Italmondo, cuore del gruppo internazionale di trasporti ITLM si è puntato su una macchina capace di confezionare il packaging in maniera sartoriale intorno all’oggetto da spedire, grazie alla scansione laser item per item. La stampante è in grado di produrre in 24 ore, circa 12mila scatole destinate all’e-commerce e non, nella dimensione necessaria per contenere l’oggetto da spedire, con una precisione millimetrica e con una resistenza che il normale preformato non riesce a garantire – fronteggiando così l’80% delle esigenze di confezionamento e con uno scarto minimo. Sono emersi anche ulteriori esternalità positive come un miglioramento della produttività del 15% insieme ad una maggiore flessibilità dei picchi di lavoro.

Senza contare che producendo imballi delle dimensioni minime necessarie si consente di ottimizzare il carico trasportato. Sul tema dei carichi, Supernova Hub ha avviato un progetto congiunto con l’Università DTU di Copenaghen, l’Istituto ETH di Zurigo, rivolto alla creazione di un modello matematico per l’ottimizzazione dei piani di carico dei TIR di Italmondo. Questo progetto di Truck Loading Optimization è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica IFORS.

Infine, non bisogna dimenticare che ogni centro logistico consuma energia e in questo modo produce ulteriore CO2 e inquinamento. È possibile passare all’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, con l’installazione di impianti fotovoltaici, i quali possono aiutare le aziende a rendersi autonome in un periodo in cui i costi dell’energia sono altamente volatili perché influenzati dai dissidi geopolitici.

È evidente che già soltanto avviando delle azioni per ridurre l’utilizzo eccessivo di cartoni, ottimizzare i carichi e utilizzare fonti di energia pulita si può ottenere molto in termini di riduzione delle emissioni di CO2.

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Last but not least, i consumatori – anche in Italia – stanno diventando sempre più attenti ai temi ambientali e prediligono affidarsi ad aziende che condividono questo stesso valore. Infine, a partire dal 2024, il bilancio di sostenibilità diventerà obbligatorio per tutte le aziende sopra a una certa dimensione (con più di 250 dipendenti, un fatturato superiore ai 50 milioni di euro e un bilancio annuo di almeno 43 milioni).

Insomma la compliance ai criteri ESG e in generale alla sostenibilità ormai non è più un requisito “d’eccezione” solo per le aziende altamente inquinanti ma una vera e propria tendenza che abbraccia tutte le tipologie di aziende e che oggi non è davvero possibile ignorare – specialmente nell’industria globale e articolata dell’e-commerce e della logistica.

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