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Le Capitanerie-Guardia Costiera italiane per un mare UE senza frontiere

Lo sviluppo dei più moderni sistemi informatici per il monitoraggio dei traffici marittimi e delle comunicazioni – L’impegno dell’Italia per la “National Single Window interfacciata con gli altri paesi europei

Piero Pellizzari

ROMA – L’ammiraglio Piero Pellizzari, capo del 7º reparto del comando generale delle Capitanerie di porto, è il primo referente dell’azione in pieno svolgimento nel Corpo, dal centro alla periferia, per sviluppare i nuovi sistemi di monitoraggio del traffico marittimo e delle comunicazioni sulla base delle più moderne tecnologie informatiche. Negli ultimi anni anche in Europa si è assistito ad un incremento esponenziale nella domanda di processi efficienti tesi a facilitare la catena del trasporto e della logistica al fine di supportare il mercato interno. Le informazioni relative al monitoraggio del traffico marittimo, unitamente ai dati inerenti le formalità di arrivo e partenza delle navi, già presenti sulle piattaforme del Ministero dei trasporti gestite dal Corpo delle capitanerie, giocano un ruolo di riferimento in questo settore. Ecco l’intervista all’ammiraglio.
[hidepost]Ammiraglio quale il ruolo del Corpo delle capitanerie in questo ambito?
Il Corpo delle capitanerie di porto – Guardia Costiera ha sviluppato e gestisce, in qualità di National Competent Authority, il sistema informativo istituzionale VTMIS che rappresenta la piattaforma nazionale per lo scambio dei dati marittimi relativi agli usi civili e produttivi del mare, che ha abilitato l’utilizzo delle informazioni e dati relativi ai servizi informativi marittimi, per la salvaguardia della vita umana in mare, per la protezione dell’ambiente marino e per la tutela delle risorse biologiche del mare il cui continuo sviluppo rispecchia l’evolversi dinamico del traffico marittimo ed il contemporaneo adeguamento alle esigenze informative dell’utenza. Il quadro di riferimento, e con esso i sistemi informativi, sono in continua evoluzione quale conseguenza dell’aumento della richiesta di servizi di monitoraggio e sorveglianza delle rotte marittime a causa del continuo incremento dei traffici marittimi, della quantità di passeggeri e merci in movimento e del numero e dimensione dei vettori.
Cosa può dirci in relazione a questo processo evolutivo in atto?
La competitività e l’efficienza del trasporto, e quindi l’utenza, richiedono procedure amministrative semplici, rapide, condivise e riferite a degli standard nazionali o, meglio, internazionali. Negli ultimi anni l’Unione Europea – grazie anche alle nuove potenzialità offerte dalle moderne tecnologie dell’informazione – ha promosso una serie di interventi finalizzati a semplificare, armonizzare e informatizzare i processi amministrativi applicati nella catena logistica portuale. Con la direttiva 2010/65/EU si sono infatti delineate le linee di azione volte a eliminare le inefficienze di natura burocratica e amministrativa, ponendo le condizioni favorevoli per la realizzazione di uno spazio marittimo europeo senza frontiere. In questo contesto si inquadra l’obbligo, per ciascuno stato membro, di dotarsi di una National Single Window (NSW) quale interfaccia unica nazionale per la sottomissione e lo scambio delle formalità relative all’arrivo e alla partenza delle navi nei porti europei.
Quali le risposte del Corpo?
Le risorse infrastrutturali messe in campo dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sono sicuramente rilevanti, proprio perché su scala nazionale, e consentono attraverso la NSW – PMIS2 di coprire nell’attualità il 65% del traffico marittimo nazionale relativamente alle pratiche di arrivo e partenza nave digitalizzate in più di 30 porti; la chiave di queste concrete realizzazioni è venuta dal continuo ricercato e condiviso rapporto con l’utenza che ha saputo fornire fondamentali elementi nello sviluppo di questo processo.
Inoltre la capacità dell’Autorità Marittima, complementare a quella dell’Agenzia delle Dogane, di acquisire informazioni sulla posizione e sullo stato del vettore nave costituisce una solida base per l’erogazione di servizi informativi determinanti nell’economia della catena logistica; prova di questa sinergia è lo sdoganamento in mare una realtà operativa in tredici porti nazionali che ha interessato sino ad oggi più di 4000 navi ed ha in taluni sorgitori ridotto, se non dimezzato i tempi di giacenza dei container sul sedime portuale.
Quali le prossime realizzazioni già finanziate?
In questi giorni stiamo testando l’interoperabilità tra la National Maritime Single Window – PMIS2 e lo Sportello unico doganale; l’obiettivo è un interfaccia elettronica unica al fine di consentire all’utenza di trasmettere i dati una sola volta a più Amministrazioni secondo il paradigma “ONCE”; infine stiamo lavorando per allargare la NMSW-PMIS a tutti i porti nazionali e quindi al 100% del traffico marittimo interessato.
A.F.

Pubblicato il
27 Luglio 2016

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