Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

L’Ue boccia il Corridoio Berlino-Palermo il nuovo progetto è l’Helsinki-Bari-Malta

Immediate proteste della Sicilia e della Calabria, che vedono diventare a rischio anche il ponte sullo stretto di Messina – Le prospettive

BRUXELLES – Per il momento è soltanto un progetto di bilancio comunitario. Ma è bastato per scatenare la Sicilia e in stretto collegamento la Calabria e tutte le imprese che gravitano intorno all’asse intermodale comunitario Berlino-Palermo di cui si parla da anni, ponte sullo stretto di Messina compreso.

[hidepost]

Perché la commissione europea presieduta da José Barroso ha presentato nel suo progetto di bilancio 2020 la sostituzione dell’asse Berlino-Palermo con un nuovo asse, un Corridoio 5 da Helsinki fino a Malta, che da Napoli attraverserebbe la penisola fino a Bari e da qui proseguirebbe via mare fino a La Valletta.

Il presidente della Sicilia Raffaele Lombardo ha già chiesto a Barroso un incontro urgente per difendere il progetto iniziale. E si è rivolto anche al presidente del consiglio Berlusconi ricordandogli che il ponte sullo stretto – a rischio nel nuovo Corridoio europeo – è ormai un’opera con il progetto approvato, l’esproprio dei terreni in corso, gli appalti anch’essi in corso d’opera. Si può, ha scritto Lombardo, per la schizofrenia dell’Ue mandare tutto al diavolo? E perché mai il Corridoio 5 dovrebbe fare quella strana deviazione verso Bari invece di proseguire più naturalmente verso Reggio Calabria e la Sicilia, che con Malta ha relazioni secolari?

Il fatto è che sulla politica delle grandi infrastrutture, come anche su altri settori fondamentali per la crescita equilibrata dell’Europa politico-economica, Bruxelles non sta facendo delle belle figure in fatto di chiarezza di programmi e di investimenti. D’accordo che l’Italia a sua volta ci ha messo del proprio, con i disgraziati fatti della Val di Susa per la Lione-Torino, con i vari ammiccamenti di Bari contro Palermo e con gli stessi rinvii e avanti-e-indrè sul ponte di Messina. Ma il ruolo dell’Europa dovrebbe essere di stimolo e di sostegno, una volta scelta la strada da percorrere. E invece…

[/hidepost]

Pubblicato il
20 Luglio 2011

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio