di Antonio Fulvi
“In mezzo al mar camini che fumano…”
di Flavio Russo
(Rivista Marittima 11/2009)
La Rivista Marittima, gloriosa testata mensile del ministero della Difesa-Marina, ci ha abituati da tempo a supplementi monografici di grande raffinatezza. Come questo, allegato al numero di novembre ’09 (che ahimè è arrivato agli abbonati solo in questi giorni) che tratta in un’ottantina di pagine patinate la storia delle prime navi a vapore, sia mercantili che militari. L’autore, che da trent’anni si occupa di ricerche di storia militare con particolare riferimento all’architettura delle navi ed agli armamenti, ha pubblicato sul tema una quindicina di volumi. In questo allegato alla Rivista Marittima ci fornisce anche una serie di disegni e ricostruzioni “virtuali” delle prime macchine a vapore imbarcate, per la penna di Ferruccio Russo.
La storia delle navi a propulsione meccanica, con l’utilizzo pratico del vapore e con i primi rudimenti di remi mossi da una macchina, poi diventati ruota e quindi elica, parte da lontano e ci sono riferimenti ai meccanismi mossi da vento e acquai addirittura nei codici di Hammurabi.
Come al solito, anche il genio italiano di Leonardo da Vinci si applicò a studiare un battello propulso meccanicamente, tanto che nel suo “Codice Atlantico” disegnò una grossa barca mossa da ruote laterali a pale che venivano fatte girare da uomini in stiva che azionavano manovelle a leva (una specie di moderno albero a bielle dei motori a scoppio). Il vapore, d’altra parte, era già noto come forza motrice potenziale con gli esperimenti di Erone nel III secolo avanti Cristo. Abbinando i due concetti, si arrivò alla nave a vapore con le sue pale laterali e quindi all’elica, come sezione di iniziali propulsori fatti a vite, derivati dalla “invenzione” di Archita intorno al 400 avanti Cristo.
Leggibilissimo e riccamente illustrato anche a colori, il volume riporta anche belle stampe (tra cui quella di copertina) della nave a vapore “Ferdinando I” che fu la prima del genere a solcare il Mediterraneo, cominciando così a insidiare la supremazia ormai in calo della grande vela.
“Appunti di Match Race”
di Roberto Ferrarese
(BMW Group Italia)
L’amico Gianni Oliosi, direttore della comunicazione e l’altro amico Roberto Olivi, capo della Corporate Communication di BMW Group Italia, ci hanno inviato questo singolare album (perché chiamarlo libro può sembrare riduttivo) che ha tutta una serie di pregi assai graditi a chi ama la vela. In primo luogo è fuori commercio, destinato ad appassionati e specialisti. In secondo luogo è … scritto a penna, ovvero con disegni, spiegazioni, grafici e tattiche di match race (ovvero di regata a due, come ci ha insegnato la Coppa America) di pugno dell’autore. Che ovviamente di questa tecnica di regata è uno specialista e dirige da anni l’apposita “Accademia” di BMW. La quale marca automobilistica, come noto, crede tanto nella capacità comunicativa della grande vela da aver sponsorizzato anche “Oracle”, il trimarano Usa che ha letteralmente travolto il catamarano defender svizzero “Alinghi” nella recente edizione dell’America’s Cup” 2010.
Per tornare all’album di Ferrarese, la scelta dei disegni tecnici illustrati a penna con richiami ed evidenziature a colori di pugno dello specialista, può inizialmente sconcertare perché risulta a prima vista difficile da leggere. Ma basta un minimo di applicazione iniziale per entrare nel meccanismo delle regate a due barche, e allora tutto diventa non solo appassionante ma anche e specialmente facile e intuitivo. Compresa la sottile ironia con la quale si evidenziano le differenze tra un “gruppo di persone” che vanno in barca e un “team”. Divertente, appassionante e istruttivo. Bravo Ferrarese e brava BMW a proporcelo.