Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Crociere e forestali tra celebrazioni e rivendicazioni

LIVORNO – Proprio vero che a volte piove sul bagnato. Due cerimonie, nei giorni scorsi, hanno “celebrato” la banchina ad alto fondale: la più contesa, la più celebrata (nel bene e nel male) e anche l’unica – nomen omen – che consente oggi accosti di grandi navi bulk a parte la Darsena Toscana sponda ovest, riservata ai contenitori.
[hidepost]Due cerimonie che sono sembrate, forse ai maliziosi, l’un contro l’altra armate. La prima è stata il battesimo della “Star Livorno”, la modernissima “open hatch” per i forestali della Grieg Star che rappresenta per il porto almeno 450 mila tonnellate all’anno di traffico. La seconda l’inaugurazione, a poche decine di metri di distanza, c’è stata sabato – ne riferiamo a fianco – del piccolo terminal per le crociere messo su dalla Porto 2000 per rendere i due accosti dell’Alto Fondale accettabili alle compagnie e ai loro turisti. Quasi una “mostra” di muscoli da parte delle due entità portuali – la Cilp e la Porto 2000 – per ricordare quanto valgano i relativi traffici.
Il problema è che tutto questo diventa solo un’avvisaglia a fronte delle prossime mosse attese in porto. Ci sono due attese: quella del prossimo rinnovo dell’ordinanza dell’Authority (prossimo perché annunciato) che consente la priorità di accosto delle navi da crociera praticamente in tutte le banchine adatte del porto; e quella dell’avvio del dragaggio della sponda nord del molo Italia, che dovrà consentire il concentramento sullo stesso molo delle due principali entità che operano con i forestali, la Cilp e la Scotto (gruppo Giorgio Neri e soci). La priorità “assoluta” delle navi da crociera è stata mal digerita quest’anno, tanto da aver innescato anche un ricorso al Tar (la cui richiesta di sospensiva è stata poi annullata): e c’è da presumere che se la disposizione sarà riconfermata, il contenzioso ripartirà, perché si contesta tra l’altro un valore relativamente basso della ricaduta delle crociere sul porto (5 milioni, dicono i più). Poi c’è il molo Italia: che secondo il POT e lo stesso piano regolatore del porto dovrà essere diviso longitudinalmente tra i due operatori dei forestali già citati, e dovrà ricevere un grande magazzino al centro, anch’esso diviso tra i due operatori. In questo caso le decisioni ci sono, mancano le garanzie sui tempi: che per gli operatori dovrebbero essere brevissimi, mentre non si sa bene come saranno sia per le tipologie dei dragaggi, sia per dove conferire i fanghi (pare che si stia procedendo ad innalzare le pareti di contenimento della prima vasca di colmata, già piena). Insomma, ancora tante incertezze: quando i traffici e i clienti del porto non aspettano certo con pazienza.
Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
13 Novembre 2013

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio