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Porto 2000 nel mirino?

Le ipotesi di privatizzazione e la prossima scadenza ai vertici della società delle crociere

Roberto Piccini (a sinistra) con Giuliano Gallanti.

LIVORNO – La cannonata a palle incatenate l’ha sparata nei giorni scorsi il quotidiano livornese con un acuto commento di Mauro Zucchelli sulla presidenza di Sergio Costalli in Camera di Commercio. Nella sostanza: il cambio della guardia tra Roberto Nardi e Sergio Costalli avrà un peso notevole su alcuni dei temi portuali più prossimi, come la privatizzazione della Porto 2000 (con la scadenza dei vertici tra pochi mesi, indipendente dalla privatizzazione e già oggetto di molte manovre), il rinnovo della presidenza dell’Autorità portuale (aprile 2015) e le altre gare annunciate, tra cui quella dei bacini di carenaggio.
Ad oggi il neo-presidente Costalli ha rifiutato interviste e dichiarazioni impegnative. Ma intorno a lui parlano coloro che l’hanno eletto.
[hidepost]Ed è significativo che a suo favore si sia schierato anche il comparto portuale, con la Spedimar (Roberto Alberti) a fare da potente “trattore”. Un ragionamento semplicistico, che è in corso in questi giorni, è che la privatizzazione della Porto 2000 potrebbe avere un’accelerazione (la Camera di Commercio è il secondo azionista oltre l’Autorità portuale: e con Nardi aveva sempre “frenato”) rilanciando anche le aspirazioni della Cilp con l’appoggio dell’“uomo delle cooperative”. Non per niente in una nostra recente intervista a Enzo Raugei, presidente di Cilp, l’interesse per la Porto 2000 era stato confermato.
Contro questa linea, era sembrato a qualcuno che Nardi, presentandosi come l’uomo della Confindustria locale, potesse appoggiare sempre per la Porto 2000 le aspirazioni (anch’esse mai sopite) di imprenditori marittimi che hanno cariche nella stessa Associazione industriali. Dietrismi forse, gossip. Ma è indubbio che la Porto 2000 sta diventando l’argomento cardine dell’incrocio di poteri nel porto e che sulla sua poltrona – occupata non si sa ancora quanto stabilmente da Roberto Piccini – svolazzano ormai tanti falchi. Piccini tra l’altro non è aiutato dai risultati del bruttissimo 2013 (e probabilmente non lo sarà da quelli di un 2014 che non si presenta certo brillante). Anche se il presidente della Port Authority Giuliano Gallanti ha ventilato anche di recente che un ricambio in corsa – cioè nelle more del processo di privatizzazione, che non sarà veloce – a suo parere non sarebbe un vantaggio. Ma i rapporti di forza cambiano, l’ormai imminente nuovo piano regolatore del porto potrebbe variare gli equilibri, intorno alle banchine si aggirano sempre più personaggi in cerca di autore (o di poltrone: lo si è visto anche nel recente convegno del LEM sul libro del professor Bologna) e le stesse associazioni degli operatori stanno avvertendo i pericoli che i giochi di potere si facciano tutti (o quasi) sopra le loro teste. Da qui alcuni segnali che potrebbero portare le stesse associazioni a uscire allo scoperto nei prossimi giorni.

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Pubblicato il
1 Febbraio 2014

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