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Dinamiche e promesse per l’area logistica

Tutti i limiti allo sviluppo del porto labronico nello studio dell’Ance Toscana – Le prospettive di Piombino nel quadro delle strategie tirreniche – Le tante speranze dal decreto “Salva Italia”

Riccardo Nencini

LIVORNO – Bisognerà rifletterci con calma ed attenzione, sui dati e sugli interventi che nell’assemblea annuale di Confindustria Livorno hanno fatto parte del dibattito seguito alla relazione (di cui abbiamo riferito nel numero scorso) del presidente Alberto Ricci. Un punto focale dell’assemblea è stato l’analisi dei dati sulla dinamica europea dei porti (con esclusione di quelli della sponda sud del Mediterraneo) rilevati nel periodo 2007/2012. Presentata da Luciano Pallini del Centro Studi ANCE Toscana, Livorno vi compare con il peggior risultato, con un calo del 25% dei traffici. Il picco negativo dello scalo di Livorno nel quinquennio preso in esame rispetto a quelli, comunque pessimi, degli altri porti italiani del mar Ligure e dell’alto Tirreno è dovuto – secondo Pallini – soprattutto alle criticità date dai bassi fondali e dai servizi portuali poco competitivi, che riguardano tutta la catena logistica (dogane in particolare).
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Nella foto: (da sinistra) Alberto Ricci con Giuliano Gallanti.

In un mercato complesso e vorticoso come quello marittimo – ha sottolineato lo studio – i porti dovrebbero anticipare le risposte alle sue esigenze o quantomeno essere in grado di contestualizzarle. Pallini ha poi concluso dicendo che in un quadro così delineato si evidenziano per il territorio labronico la necessità di procedere sempre più velocemente all’escavo dei fondali, allo sfruttamento delle aree retroportuali con la realizzazione dei collegamenti ferroviari idonei e ancora alla semplificazione delle procedure e alla realizzazione del PRP con particolare riferimento alla Darsena Europa. Il dibattito a sua volta ha portato argomenti, giudizi, e anche qualche tentativo di vedere il bicchiere mezzo pieno invece che mezzo vuoto.
Il primo intervento è stato quello del presidente dell’Autorità portuale livornese Giuliano Gallanti che ha ricordato come il problema dell’accesso per le meganavi containers nello scalo labronico nasca non solo dai bassi fondali dovuti ai mancati dragaggi ma anche e soprattutto dalla strozzatura presente all’altezza della Torre del Marzocco; e che la pronta attivazione dell’amministrazione ad inizio del suo mandato impegnata per il progetto di allargamento del canale si è scontrata con i 15 mesi occorsi per ricevere da Roma l’autorizzazione al progetto. Ad oggi sono pronti gli studi per dragare tutta la Darsena Toscana, canale di accesso compreso, ma si attende l’approntamento di una normativa regionale (dopo l’avvenuto passaggio da SIN a SIR) che disciplini la procedura. Non appena sarà pronta i lavori saranno effettuati. Non per niente la richiesta di snellimento delle procedure burocratiche sui dragaggi per adeguarle a quelle degli altri paesi europei – ha ricordato Gallanti – trova consenso generalizzato. Tra gli interventi, quello del commissario straordinario dell’Authority di Piombino Luciano Guerrieri che ha sottolineato come il suo porto stia affrontando una fase di adeguamenti infrastrutturali che lo porterà ad essere competitivo in quei settori che gli sono più confacenti, ma muovendosi in un’ottica di integrazione dei servizi con gli altri porti toscani. Guerrieri ha poi detto che non crede possibile la realizzazione di super distretti portuali come quelli ipotizzati a Roma, che da Piombino dovrebbero giungere fino a Savona o fino a Civitavecchia. Piombino – come ricordato dal sindaco Massimo Giuliani – ha davanti a sé molte prospettive che troveranno piena efficacia solo con la tanto attesa realizzazione della bretella 398 di collegamento porto/autostrada. Sulla stessa lunghezza d’onda riguardo la necessità di cooperazione ed integrazione di servizi tra porti si è posto Gallanti che intravede in questa soluzione l’unica linea di difesa verso le megaships. Il presidente Gallanti ha spiegato, riportando recenti considerazioni di Siim Kallas, che l’attuale orientamento verso navi con portata fino a 23.000 teus comporta l’esigenza di cooperazione addirittura fra porti come Rotterdam ed Anversa e che pertanto il Mediterraneo, per essere competitivo, dovrebbe intendersi come un unico varco. In questo senso Livorno si sta già muovendo per trovare collaborazioni con i paesi dell’altra sponda al fine di potenziare le autostrade del mare che rappresenteranno l’unico elemento di resistenza di fronte alla politica di aggregazione delle grandi compagnie armatoriali.
Da parte di Giovanni Bonadio di Logistica Toscana, società partecipata dalla Regione, oltre all’aggiornamento delle fasi per il collegamento del porto di Livorno con l’interporto Amerigo Vespucci (in attesa dei rimanenti 7 milioni di finanziamento delle opere che verranno dal CIPE) è giunta la sottolineatura dell’esigenza del supporto alle autostrade del mare sul versante adriatico, con un collegamento autostradale fra Grosseto e Fano, in previsione di uno sviluppo di traffici con il mar Nero e con la Russia. La Regione – ha detto Bonadio – sta ultimando la procedura di affidamento del progetto alla società Logistica Toscana.
Da parte del sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci la proposta di disegnare insieme un piano strategico per un’area vasta che presenti il territorio come interlocutore forte per la Regione Toscana. Il neo assessore all’urbanistica del comune di Livorno Alessandro Aurigi, in rappresentanza del sindaco Filippo Nogarin, ha evidenziato l’impegno dell’amministrazione verso i fronti della sostenibilità e della riqualificazione del territorio; indispensabile secondo il suo parere l’attenzione al concetto di area vasta costiera proiettato allo sviluppo delle infrastrutture stradali ed in particolare ferroviarie di collegamento tra le aree della costa tirrenica, aeroporto di Pisa ed interporto Vespucci fino al porto di Piombino, sempre tenendo presente la centralità del porto di Livorno e la sua predisposizione turistica che dovrà essere corrisposta in tempi brevi, con l’aiuto della Regione per favorire una ripresa dell’economia cittadina.
La conclusione della tavola rotonda è spettata al vice ministro delle Infrastrutture e Trasporti Riccardo Nencini che ha sostenuto la necessità di fare sistema sviluppando creatività ed impresa tenendo presente che lo sviluppo della regione passa dal binomio dato da un lato dall’area fiorentina e dall’altro dall’area marittima (e relative infrastrutture) formata dai territori di Livorno e Pisa che rappresentano grandi centri di nodi intermodali. Il 15/16 settembre si discuteranno i programmi per il semestre europeo e l’orientamento prevede di indirizzare i fondi italiani così come i finanziamenti comunitari proprio verso i grandi nodi infrastrutturali poiché ritenuti strategici per la crescita. Nencini ha inoltre ricordato che a fine luglio dovrebbe essere varato il decreto legge “Sblocca Italia” che, salvo modifiche, prevede per la regione Toscana un finanziamento per opere infrastrutturali pari ad un miliardo di euro (destinati a: Tirrenica, potenziamento asse ferroviario Lucca-Pistoia-Firenze, sistema ferroviario fiorentino, Piombino) fruibile in un mese e mezzo.
Riguardo l’autostrada Fano-Grosseto, nodo strategico di collegamento est-ovest, l’impegno preso da Nencini è che il bando di gara dovrà essere pronto entro il 2014 per procedere poi subito alla sua realizzazione. Per l’approvazione del Piano regolatore portuale di Livorno invece tempi ancora più brevi: entro ferragosto.
Nencini ha concluso il suo intervento indicando la strada per la competitività che passa attraverso un organismo centrale di governo della portualità – necessario a prescindere dalla prossima riforma della 84/94 – che coordini e potenzi il grande fiume dei collegamenti. Altrettanto necessari: autonomia amministrativa e garanzia dei finanziamenti per la programmazione con tempi di attuazione stretti e certi. “In questo senso occorre anche un superamento dell’articolo 117 della Costituzione – ha detto il vice ministro – affinché si riconosca un unico soggetto nella gestione delle grandi opere infrastrutturali”: una trasposizione nel settore della politica renziana del “fare” per uscire dalle pastoie delle sovrapposizioni delle competenze.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
12 Luglio 2014

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