Quella distruttiva incertezza sulla variante
FIRENZE – A questo punto non si sa bene chi è più preoccupato, per non dire incazzato: se il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, o il presidente dell’Autorità portuale Giuliano Gallanti.
[hidepost]Perché la lunga attesa del nuovo piano regolatore del porto di Livorno, finalmente sbloccato dal Consiglio Superiore Lavori Pubblici dopo quasi un anno di trafila, rischia di rimanere incagliato per chissà quanto ancora causa il “vuoto pneumatico” che separa il Comune dalle altre istituzioni. ll sindaco Nogarin, che fa parte del comitato portuale, in questa riunione non s’è visto, né si è fatto rappresentare: e la chiave di lettura di tutti non è stata certo positiva. Come si evince dallo stesso comunicato ufficiale.
Il problema è – riassumiamo – che se non si vara in tempi rapidi, ormai questione di giorni, la variante anticipatrice al piano strutturale del Comune (con annesso accordo di pianificazione Comune-Authority) il passaggio definitivo in consiglio regionale finisce quando lo stesso consiglio non può più deliberare, nei 45 giorni antecedenti alle elezioni di marzo. Un incrocio infernale di date, per il quale bisognerebbe bruciare le tappe. Ma il sindaco Nogarin ad oggi non ha chiarito se aiuterà a correre o tirerà il freno: mandando all’aria in questo caso tutte le speranze di avere il nuovo piano regolatore del porto per i primi mesi del 2015. Ci si chiede: a fronte di un comitato portuale importante come quello scorso, possibile che il sindaco – pur impegnato nelle dure vicende delle crisi aziendali della TRW e dell’ENI – non abbia sentito il dovere di farsi rappresentare? E specialmente di chiarire la posizione del Comune, invece di lasciare tutti a galleggiare in una distruttiva incertezza?
I tempi riproposti dalla Regione – presente in comitato portuale con Adriano Poggiali – e della Provincia – presente con il sindaco di Collesalvetti Lorenzo Bacci – sono di approvare definitivamente il piano a Firenze entro gennaio. Ma tutto è legato al Comune di Livorno: che la Regione si è impegnata a convocare in un tavolo tecnico a brevissima scadenza. Con un sindaco desaparecido sui temi portuali, sarà possibile che tutto si risolva solo con una grande paura (incazzatura)? E le esigenze della politica partitocratica prevarranno su quelle dell’economia, con il rischio che anche il porto entri in una crisi irreversibile? L’impegno chiesto al nuovo Comune non è di abdicare alle proprie prerogative, ma di chiarirle: e farlo in tempi compatibili con le esigenze del primo polmone di lavoro della città. Difficile capirlo?
Antonio Fulvi
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