La storia dei TEUs a Livorno
LIVORNO – I traffici container nel porto di Livorno, chiariti dal grafico che di due anni in due anni testimonia l’andamento dei TEUs fino al 2020, testimoniano meglio di ogni discorso l’andamento del comparto in relazione ai vari periodi dell’economia non solo nazionale. Vi si può leggere, per esempio, la conferma che Livorno è stato tra i primi porti italiani (e del Mediterraneo) a operare con i container, avendo registrato arrivi di questa tipologia fin dal 1968: non male, visto che il container ha esordito negli USA in via sperimentale solo nel 1965. La crescita successiva è stata pressoché continua, con un picco notevole nell’86 seguito da una brusca caduta nel ’92. I traffici dei TEUs si sono poi di nuovo impennati ed hanno toccato il record nel 2016, per una breve caduta e quindi un ritorno in crescita nel 2018. A seguire il brusco calo dell’anno scorso per lo scoppio della crisi mondiale per il Covid.
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In questo quadro generale i dettagli non ci sono: ma emergono dai dati dei due terminal che operano la quasi totalità dei container, il TDT e il Lorenzini&C. Il primo ha subìto pesantemente la crisi mentre il secondo, grazie anche all’ingresso in forze del colosso MSC, ha registrato anche un aumento malgrado la pandemia. Entrambi i terminal rimangono oggi condizionati dalla strettoia davanti alla torre del Marzocco, che sia per la ridotta larghezza del canale, sia per la sua profondità, non consentono ad oggi passaggi di fullcontainers oltre un pescaggio prudenziale di meno di 11 metri. I lavori di allargamento e approfondimento del sito hanno avuto svariate interruzioni e sono ripresi da poco, con il risultato che il microtunnel per i cavi ENI – che condizionano profondità e larghezza – saranno finiti forse nel 2023. Meno di un anno prima dei lavori che gli ottimisti stimano partiranno per la Darsena Europa.
A.F.
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