Un cambio di passo necessario sui porti

Mario Mattioli
ROMA – Il presidente di Confitarma Mario Mattioli nel suo intervenuto al workshop telematico “Economia del Mare, Porto di Napoli, ZES – Obiettivo 2030” organizzato dall’Associazione “Sud e Mediterraneo”, ha evidenziato come il trasporto marittimo sia vitale per l’economia (“come ha di recente dimostrato la crisi nel Canale di Suez”).
Purtroppo, “il suo ruolo è spesso incredibilmente invisibile agli occhi delle istituzioni e dell’opinione pubblica – ha detto ancora – con evidenti ripercussioni per gli operatori del settore marittimo portuale che, nonostante tutto, anche durante i mesi più duri della pandemia Covid-19, non si sono mai fermati, garantendo gli approvvigionamenti necessari per la vita quotidiana di tutti i cittadini”.
Per quanto riguarda la portualità, Mario Mattioli ha sottolineato che il gran numero di porti nel nostro Paese, le loro dimensioni e le difficoltà per il loro adeguamento all’evoluzione dei traffici, non facilita l’efficienza della catena logistica con conseguenti elevati costi che creano un gap enorme rispetto agli altri Paesi; anche a discapito della capacità attrattiva dei nostri scali rispetto sia ai porti del Nord Europa, più grandi e più efficienti, sia a quelli della sponda sud del Mediterraneo che si sono dotati di Free Tax Zone molto concorrenziali.
Il porto di Napoli, in particolare, nonostante la sua invidiabile posizione al centro del Mediterraneo e i numerosi attracchi per le navi passeggeri e per le portacontenitori, ancora non ha collegamenti con l’entroterra adeguati e ciò inevitabilmente incide sulle sue potenzialità di sviluppo che invece potrebbero portare grandi benefici non solo alla Regione Campania ma a tutto il Paese.
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Per quanto riguarda le ZES, che anche nel DEF sono destinatarie di fondi, specie per il porto di Napoli potrebbero rappresentare un ottimo strumento di sviluppo del territorio e di attrazione di investimenti esteri. “La nostra preoccupazione, purtroppo, è che ancora una volta i tempi di attuazione siano troppo lunghi. Basti pensare che dopo quattro anni dalla legge istitutiva delle ZES, siamo ancora in attesa di provvedimenti attuativi”.
“In conclusione – ha affermato Mattioli – oggi il Governo, che gode di un amplissimo sostegno parlamentare, non ha più alibi per fare le riforme necessarie al Paese e in particolare quelle che interessano il comparto marittimo portuale. Perdere quest’occasione vorrebbe dire, in un mondo che va sempre più veloce, che rischiamo di perdere importanti opportunità di sviluppo”.
Napoli e il suo futuro
NAPOLI – Ha registrato un grande successo il convegno su “Economia del Mare, Porto di Napoli, ZES – Obiettivo 2030” promosso ed organizzato dall’Associazione Sud e Mediterraneo di Raimondo Pasquino. L’evento che ha coinvolto i più importanti esperti del settore, in rappresentanza di imprese, associazioni datoriali, sindacati e pubblica amministrazione, ha riscosso un grande successo, con centinaia di spettatori attenti alle valutazioni formulate dagli esperti durante gli interventi.
Maria Paradiso, geografa, ha rimarcato la strategicità del porto di Napoli nel Mediterraneo e che occorre lavorare su efficienza, digitalizzazione, de-carbonizzazione e competitività. Dai componenti del Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale, Mario Calabrese, Antonio Garofalo e Luigi Iavarone è emersa la necessità di dedicare attenzione alle ZES, strumenti che possono consentire un ulteriore sviluppo dell’export del 40%. Determinante secondo il Comitato riprendere un dialogo tra Porto e Città magari con l’istituzione di un Port Center. Per Maria Cerreta, urbanista, bisogna lavorare su un innovazione sono solo tecnologica ma anche di processo, portando avanti nuovi modelli economici come l’economia circolare. Arianna Buonfanti, dell’SRM, lancia l’idea di un Porto 6.0 caratterizzato da innovazione e sinergia con la ricerca e le zone speciali; Pierpaolo Castiglione, presidente Culp, vuole una maggiore attenzione per i lavoratori portuali che sono un patrimonio da salvaguardare considerando che la supply chain è il cuore dell’economia del mare. I rappresentanti dei CGIL, CISL e UIL, Vita Convertino, Alfonso Langella ed Antonio Aiello, hanno ricordato che oggi il lavoro vive una crisi senza precedenti e vi è necessità di un cambiamento sistemico puntando alla formazione dei lavoratori, alla digitalizzazione delle infrastrutture ed a nuovi collegamenti tra Porto e Rete Ferroviaria Nazionale.
Le conclusioni sono state del presidente AdSP Andrea Annunziata per il quale occorre “decidere che futuro dare al nostro porto. Il nostro Comitato di Gestione è di altissimo livello; la Camera dei Deputati ha affrontato il tema dello sviluppo del sistema portuale attraverso la semplificazione. Abbiamo le migliori potenzialità del Mediterraneo e siamo centrali rispetto al corridoio 5 delle reti europee: è necessario poi utilizzare al meglio gli spazi portuali, ricordando che se il porto è in città anche la città va rispettata”.
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