Silvia Moretto: armatori e libero mercato

Silvia Moretto

La presidente di Fedespedi Silvia Moretto ci ha scritto la seguente interessante nota, che ovviamente riportiamo integralmente, per chiarire la posizione della Federazione rispetto allo stato del mercato del trasporto marittimo containerizzato. Un chiarimento che prende spunto anche dalle osservazioni critiche che su queste colonne aveva presentato Fabrizio Vettosi.

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Caro direttore, le osservazioni di Fedespedi sull’evoluzione del settore del trasporto marittimo di container non sono frutto né di invidia né tantomeno di una sterile battaglia di categoria, ma la puntualizzazione di criticità che si sono evidenziate con sempre maggior forza in questi ultimi anni.

Quello che ci preoccupa non sono le strategie di espansione o di integrazione messe in atto legittimamente dalle compagnie marittime. Siamo imprenditori, crediamo nel libero mercato e, quindi, nella libertà delle imprese di scegliere la propria strada. Ma, e qui sta il punto, libero mercato significa parità di condizioni e regole uguali per tutti.

Nel settore del trasporto marittimo container questo accade? Noi crediamo di no.

Le compagnie marittime godono di alcuni importanti trattamenti di favore quali, in primo luogo, la parziale esenzione dalla normativa antitrust UE (Consortia Block Exemption RegulationCBER, che consente ai carrier marittimi riuniti in consorzi/alleanze, di scambiarsi dati commercialmente sensibili al fine di condividere la capacità di carico sulle navi e coordinare la programmazione delle rotte), regimi fiscali favorevoli (dalla Tonnage Tax alla recentissima probabile esenzione dalla Global Minimum Tax proposta dall’OECD) e cospicui Aiuti di Stato. Il risultato: l’International Transport Forum dell’OECD ha calcolato che a livello internazionale, l’imposta sulle società ha un’aliquota media del 7% per le shipping line, contro il 27% di uno spedizioniere indipendente. Questo significa che per svolgere la stessa attività door-to-door un’impresa di spedizioni internazionali in media paga tasse quattro volte superiori rispetto a un carrier.

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