Non facile indovinare il domani
TAIPEI – Il comunicato ufficiale di Evergreen è come sempre sintetico: ma il differenziare le proprie ordinazioni di navi da delle dei due o tre players mondiali in gara per le mega-unità sembra rispondere a una logica studiata con attenzione: quella appunto di non abbandonare i traffici container dei porti tradizionali, necessariamente trascurati da chi opera con unità di dimensioni, pescaggi e capacità che richiedono hub non presenti ovunque.
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C’è anche la consapevolezza che siamo in tempi di velocissime trasformazioni dell’intera catena logistica. E che le navi di oggi, anche le più aggiornate in quanto tecnologia motoristica e di apparati, potrebbero diventare già obsolete domani. Basta guardare le molteplici opzioni in fase di sperimentazione per i carburanti navali: oggi il GNL sembra il più promettente, ma si sperimentano già idrogeno, metanolo, ammonisce più o meno additivate eccetera. In questa chiave, le navette di dimensioni contenute (e ci si scusi il termine che solo ieri sarebbe apparso assurdo) sono una garanzia che tiene anche presente il divenire del contenitore tradizionale. Presto si parlerà anche di questo.
A.F.
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