Armatori ed ENI sui fuel

ROMA – Eni, in collaborazione con 🛳️ Assarmatori e 🛳️ Confitarma, ha presentato due giorni fa il documento “La rotta verso il net zero. Insieme per decarbonizzare il settore marittimo” a cui hanno contribuito tre delle più grandi aziende produttrici di motori navali (Wärtsilä, WinGD e MAN Energy Solutions), oltre a Unem, Federchimica/Assogasliquidi, Assocostieri e RINA. Il registro navale ha supervisionato il lavoro di 40 esperti che dal marzo scorso hanno lavorato  per arrivare a una strategia comune.

Il progetto ha presentato un documento di orientamento strategico, a partire dall’analisi dell’evoluzione tecnologica dei motori e dalla disponibilità, anche in termini di infrastrutture, di vettori energetici a ridotta intensità carbonica.

Nel mondo ogni giorno – sottolinea in apertura il documento – più di centomila navi mercantili trasportano 1️⃣2️⃣ miliardi di tonnellate di merce all’anno. Il settore marittimo è oggi la spina dorsale dell’economia globale: il 9️⃣0️⃣% delle merci è trasportato via acqua e si stima che le emissioni ad effetto serra generate pesino per circa il 3️⃣% (sul totale mondiale delle emissioni climalteranti). A livello europeo il trasporto marittimo muove circa il 7️⃣5️⃣% del commercio extra-europeo e il 3️⃣6️⃣% dell’intra-EU.

Il settore necessita di soluzioni di breve, medio e lungo termine – hanno ammesso i sottoscrittori –  compatibili con le dinamiche economiche, per contenere fino ad azzerare le emissioni di CO2 e consentire agli armatori di rispondere adeguatamente ai target fissati dalla Commissione europea, nonché agli obblighi definiti a livello internazionale dall’IMO (International Marine Organization) e da altri ulteriori adempimenti. 

I vettori energetici disponibili sono molteplici (HVO, FAME, GPL, GNL e le sue soluzioni bio e rinnovabili, metanolo, ammoniaca, carburanti sintetici e idrogeno) ma presentano applicazioni e prospettive diverse, condizionate dalla disponibilità di materie prime e dalle infrastrutture esistenti o in via di realizzazione. I biofuel rappresentano nel breve-medio termine una soluzione già disponibile, anche se si rileva che in alcune nazionali – vedi il Giappone, sono già in ordine navi portarinfuse con carburati al metanolo. Nell’incontro “è emersa la volontà di realizzare dei casi pilota, che consentirebbero di soddisfare i target europei e di garantire la competitività, tenuto conto di un naviglio mondiale con un’età media di poco sotto ai 22 anni che, a seconda della tipologia di attività, ha tempi di sostituzione molto diversi”.

I produttori di motori sono pronti per realizzare soluzioni ad hoc per le diverse tipologie di combustibile. Al momento gli armatori si stanno orientando per i nuovi ordini verso motori mono fuel (in via sperimentale anche con la cattura a bordo della CO2 per il GNL o con tecnologie che possano catturare il carbonio in forma solida) e dual fuel che utilizzano vettori liquidi o gassosi anche bio, metanolo e nel lungo termine ammoniaca e idrogeno.

🗣️ “Aver lavorato insieme a questo progetto, congiuntamente a Eni e a diversi altri qualificati attori, è un’ulteriore prova del fatto che gli armatori sono in prima linea per la decarbonizzazione del trasporto marittimo, pronti a fare quanto in loro potere in quest’ottica. Tuttavia è bene ribadire che quando si parla di combustibili alternativi è fondamentale il contributo dell’industria di terra per l’individuazione del fuel, per la sua produzione e infine per lo stoccaggio nei porti, la distribuzione e la messa a bordo della nave. Su questo ci aspettiamo molto anche per rispettare le stringenti normative nazionali, comunitarie e internazionali in materia di sostenibilità ambientale”, hanno dichiarato 👤 Mario Mattioli, presidente di Confitarma, e 👤 Stefano Messina, presidente di Assarmatori.

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