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Recupero della “Concordia” una piccola base a Piombino

Arrivano elementi di carpenteria e macchinari per Micoperi, ma per ora è un traffico modesto – A Costa la scelta del luogo di demolizione

PIOMBINO – La macchina operativa per il recupero del relitto della “Costa Concordia” per il momento rende poco alla Toscana portuale. Con eccezione di Piombino, dove si attesta il flusso dei materiali – in particolare carpenteria e macchinari – utilizzati da Micoperi e Titan per predisporre il gigantesco sistema di gru e tiranti per raddrizzare il grande scafo.

[hidepost]E’ la Compagnia portuali piombinese a gestire in buona parte il flusso di questi materiali, che impegna anche uno dei magazzini della stessa compagnia. Sostanzialmente tuttavia non si tratta di grandi quantitativi perché parte del materiale è arrivato via mare con i mezzi di Micoperi. La stessa Autorità portuale di Piombino conferma che non c’è stata alcuna richiesta né di banchine dedicate né di aree portuali riservate. Richieste che tra l’altro avrebbero creato imbarazzo in agosto, mese tradizionalmente monopolizzato dai flussi record di turisti e di supply per la stagione turistica elbana.

Chi si aspettava un forte impegno delle imprese di carpenteria metallica sia a Piombino che a Livorno e Marina di Carrara – dove si ipotizzava addirittura la costruzione dei cassoni “di spinta” per raddrizzare il relitto – al momento è rimasto deluso. E’ vero che le operazioni sono appena all’inizio, con le prime prospezioni sul fondale per ancorare i pali che dovranno reggere i tiranti di raddrizzamento: ma risulta che la costruzione dei grandi cassoni di spinta sia già iniziata e non certo in Toscana.

Rimane ufficialmente da decidere anche la destinazione del relitto, quando (e se) sarà rimesso in galleggiamento e in grado di navigare. Micoperi & Titan continuano a sostenere che la destinazione sarà decisa da Costa Crociere, perché il loro compito è solo di rimettere il relitto in galleggiamento e in grado di essere portato via dal Giglio. Per quanto riguarda la compagnia – che ovviamente parla malvolentieri della “Concordia”, tutta tesa a far cancellare il luttuoso evento – le uniche notizie semi-ufficiali sono ancora ferme al bacino di Palermo, ma senza escludere variazioni di programma in relazione ai tempi del recupero, alle condizioni del relitto una volta a galla, e non ultimo al meteo.

Per quanto riguarda l’opzione per il grande bacino di carenaggio di Livorno, indicato a più riprese dal governatore della Toscana Rossi, aumentano di mese in mese gli scetticismi. Sia perché il bacino continua ad essere inagibile e non ci sono segni di lavori per riattarlo; sia perché è sempre più evidente che la demolizione dell’immenso relitto sarebbe drammaticamente incompatibile con i vicini cantieri Benetti e con lo stesso cuore della città.

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Pubblicato il
5 Settembre 2012

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