Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Il sindacato dei comandanti chiede il “mestiere usurante”

Il presidente Claudio Tomei.

GENOVA – Nel corso di una breve cerimonia per festeggiare il 50° anniversario del sindacato dei marittimi USCLAC-UNCIDIM-SMACD, il presidente comandante Claudio Tomei ha affrontato il tema da anni sostenuto con forza per il riconoscimento ai marittimi imbarcati dell’attribuzione di “mestiere usurante”. La cerimonia si è svolta sulla terrazza Colombo. Il sindacato, nato a Genova nel 1967 rappresenta i capitani di lungo corso al comando (acronimo USCLAC), i capitani direttori di macchina (UNCDIM) e lo stato maggiore abilitato al comando o alla direzione di macchina (SMACD). Il giorno prima della ceimonia il comandante Tomei aveva tenuto una conferenza stampa ricordando che la battaglia del sindacato ha ormai quasi quindici anni, essendo cominciata all’inizio degli anni ’90 quando la legge in merito aveva inizialmente inserito i marittimi tra i mestieri usuranti, venendone però cancellati tutti gli effetti dalla successiva stesura del 1999. Da qui l’impegno, sostenuto anche da Confitarma, per ripristinare quanto inizialmente stabilito dalla legge di stabilità, e sul quale si registra anche un’analoga iniziativa della triplice sindacale. Federmanager, di cui USCLAV fa parte, a sua volta sta supportando a livello politico e parlamentare l’iniziativa.[hidepost]

Secondo quanto riferito da Claudio Tomei, c’è un impegno delle forze politiche in Parlamento per rimediare all’esclusione del ’99 e il sindacato è in attesa di una convocazione, già preannunciata, in audizione alla commissione Senato sui lavori usuranti. Su circa 30/40 mila marittimi in Italia – la cifra è oscillante in quanto varia secondo le fonti – il riconoscimento di lavoro usurante nel 2016 sarebbe interessato a circa 1800 addetti, e pressochè altrettanto varrebbe per il 2017, con un impegno di spesa che non supererebbe i 4/5 milioni di euro. Da qui la sostenibilità anche economica per provvedimento che – sottolinea Tomei – è un riconoscimento dovuto a una categoria di lavoratori che operano in un mestiere impegnativo, faticoso e anche con gravi ricadute sulla salute. Il raggruppamento sindacale oggi conta circa 400 iscritti.

[/hidepost]

Pubblicato il
8 Luglio 2017

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio