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La grande beffa ai camion verdi

Maurizio Longo

GENOVA – Già è complesso in una situazione di mercato critica – scrive Trasportounito – spingere le imprese a investire in modo massiccio sulla transizione energetica e sull’adozione di nuovi carburanti eco-compatibili: se poi questa scelta si traduce in un boomerang anche dal punto di vista del conto economico, con le imprese “virtuose” costrette a pagare oneri più che doppi rispetto a chi continua a utilizzare carburanti tradizionali, si concretizza una vera e propria beffa.

Sta accadendo per le imprese di autotrasporto che in osservanza del corretto principio sull’uso dell’energia verde, negli ultimi anni hanno effettuato ingenti investimenti consistenti nell’acquisto di veicoli industriali alimentati a gas.

Le imprese quindi, anziché acquistare veicoli industriali motorizzati euro 5 o euro 6, per i quali viene consentito il recupero trimestrale di parte delle accise (per circa 214,00 euro ogni 1000 litri di carburante), hanno preferito seguire l’orientamento green anche in presenza di un maggior costo del veicolo (circa 40 mila euro in più) che avrebbe dovuto essere compensato con un minor costo del carburante (circa 0,58 – 0,60 per litro). Imprese che oggi si trovano fra l’incudine di una concorrenza esercitata da chi è stato posto in grado di recuperare le accise e chi ha investito davvero nel green e per questo è paradossalmente penalizzato. Secondo Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, è indispensabile e urgente fare rientrare tali veicoli industriali almeno nel recupero trimestrale delle accise per un valore identico a quello riconosciuto ai veicoli motorizzati euro 5 ed euro 6.

In pochi mesi infatti la situazione internazionale ha pericolosamente compromesso il costo di tale tipo di carburante raggiungendo un valore inimmaginabile di 2,20 euro per litro esclusa iva. Oggi questo straordinario maggior costo, oltre a determinare un clamoroso svantaggio competitivo rispetto alle imprese di autotrasporto che adoperano flotte di veicoli altamente inquinanti, rischia di generare un inaccettabile default proprio per le imprese più virtuose e pertanto siamo a chiedere un significativo intervento economico che, almeno parzialmente, consenta a tali imprese di recuperare parte del costo di esercizio.

Pubblicato il
15 Gennaio 2022
Ultima modifica
23 Febbraio 2022 - ora: 11:23

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