Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Toscana di Navigazione un arresto

SASSARI – L’armatore Franco Del Giudice, titolare della Delcomar che opera con sei traghetti nell’arcipelago de La Maddalena, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza sotto l’accusa di fatture false per 3 milioni di euro. Con lui sono finiti sotto inchiesta una ventina di soggetti economici, in particolare società sportive con le quali sarebbero avvenuti – secondo le accuse – disinvolti giri di fatture.

[hidepost]

Del Giudice è stato importante punto di riferimento nella gara per la Toremar – vinta poi dal gruppo Moby di Vincenzo Onorato – come amministratore delegato della “Toscana di Navigazione”, a sua volta facente capo all’armatore Salvatore Lauro. Dopo la sconfitta su Toremar, “Toscana di Navigazione” – che nel frattempo aveva perduto i due più importanti soci livornesi, facenti capo alle famiglie Ciano e Fanfani, usciti anche per contrasti sulle strategie della gara mettendo in vendita le proprie quote – stava rilanciando sull’Elba, forte della conquista da parte di Lauro della siciliana di navigazione Siremar. Secondo svariate dichiarazioni apparse sulla stampa siciliana Lauro sperava di poter istituire importanti sinergie tra Siremar e “Toscana di Navigazione” riversando su entrambe alcuni dei suoi più moderni e veloci traghetti che operano attualmente in Campania.

Uno dei protagonisti della vicenda “Toscana di Navigazione”, l’avvocato livornese d’affari Andrea Morini, ricorda che i problemi fiscali dell’armatore Del Giudice erano stati a suo tempo discussi nel consiglio d’amministrazione, ricevendo però ampie assicurazioni sulla correttezza dell’operato dell’amministratore delegato. “Al di la della solidarietà umana, che sempre considero importante e che vale in particolare nella presunzione di innocenza doverosa prima di ogni eventuale condanna – ci ha dichiarato Morini – voglio ricordare che già a suo tempo avevo espresso perplessità in assemblea sui problemi oggi emersi”. Morini conferma che “Toscana di Navigazione “ – dalla quale è uscito da tempo dal consiglio di amministrazione – ha recentemente chiesto slots sulla Piombino-Portoferraio, nella speranza di poter operare come compagnia privata indipendente in sinergia con Siremar. Rimane da capire come si evolverà la situazione dopo l’arresto del suo amministratore delegato.

[/hidepost]

Pubblicato il
19 Novembre 2011

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio