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Noli, è ancora crisi

In tutti i principali comparti pesa la “overcapacity” delle flotte

GENOVA – L’hanno detto di recente nell’ambito di un incontro organizzato dai giovani di Assagenti: la ripresa dei noli, anche sulla base del Baltic Dry Index (BDI) è ancora un’Araba Fenice, ovvero non si sa quando e come avverrà.
[hidepost]Quattro anni di crisi nera – è stato rilevato – non si possono considerare ormai alle spalle, anzi. E gli elementi negativi toccano un po’ tutti i comparti.
Per le portacontainers, il crollo dei noli è stato continuo, e anche i piccoli aumenti settoriali tentati qua e la non hanno bilanciato le perdite. C’è anche un problema nel problema, evidenziato da Carlo Kaya di Banchero Costa: le compagnie hanno investito molto in mega-navi, come le 18 mila teu di Maersk, con il risultato che l’offerta di stiva è aumentata molto più della domanda. Oggi ci sono 160 navi da più di 10 mila Teu, con altre 119 in ordine. Per il biennio 2014/15 gli ordini sono in calo, ma il dato più preoccupante è che si registrano 300 portacontainers in disarmo e si cominciano a rottamare quelle con poco più di dieci anni.
Nel settore delle petroliere la crisi ha colpito duro, e specie per le unità più grandi, le Vlcc, i noli hanno toccato il minimo storico. C’è uno spiraglio per le product tankers (prodotti raffinati) tanto che gli armatori hanno ricominciato ad ordinarne, grazie anche al fatto che i cantieri praticano prezzi da saldo. Ma sulla crescita noli a breve nessuno scommette: e il problema del settore è anche che i pagamenti dei noli sono costantemente ritardati, chiedendo di fatto agli armatori di fare da banche.
Sulle rinfuse solide la situazione è ancora più pesante. Secondo il BDI, in cinque anni i noli sono caduti fino al 99%, quasi esclusivamente per la “overcapacity” della flotta, che è più che raddoppiata proprio nel periodo della crisi. Inoltre ci sono ancora ordini in corso che continueranno a far crescere la flotta fino all’anno prossimo: e le demolizioni delle unità più vecchie non riescono ancora a bilanciare la crescita. Anche in questo settore, hanno giocato i costi praticati dai cantieri, che sono stati letteralmente decimati pur di consegnare navi. E gli armatori che hanno ceduto alla lusinga del low cost oggi fanno fatica a gestire quelle navi.

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Pubblicato il
23 Febbraio 2013

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