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Genova, buon febbraio

GENOVA – Il 2018 si era chiuso con un pesante consuntivo per il porto: i numeri di Spediporto parlano di una perdita sul 2017 di oltre l’8%, ed un segno meno che dal 14 Agosto  aveva caratterizzato la chiusura di tutti i mesi, compreso gennaio 2019 che aveva registrato un pesante -4%. Ma finalmente a febbraio – scrive ancora Spediporto – il porto di Genova rialza la testa e dai dati raccolti dall’associazione il segno positivo torna finalmente sulle banchine genovesi. Con un +3% di media tra traffici import ed export (il dato è una rilevazione febbraio 2018 su stesso mese  2019 e dunque molto significativo) i traffici tornano a premiare l’impegno dello scalo e dei suoi operatori.

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A trascinare la ripresa è stato l’aumento del traffico export che ha segnato una media del +6‰ e che fa dunque ben sperare anche per un recupero del manifatturiero italiano nelle esportazioni. “Siamo lieti di leggere questo dato”, commenta Alessandro Pitto presidente Spediporto. “Nel corso dei mesi l’impegno di tutti gli operati e delle amministrazioni è stato quello di lavorare ad un pieno recupero di efficienza ed affidabilità. Questo impegno è stato evidentemente compreso dai clienti del porto ed anche sostenuto, più in generale da un buon mese per l’export italiano.” Dobbiamo continuare a lavorare su questa strada, ma dobbiamo accelerare il passo su semplificazioni, sgravi (ZES e ZLS) ed efficientamento di molti servizi. “Qualche nube all’orizzonte però si intravede – continua Pitto – siamo preoccupati in relazione alla carenza di personale di molte amministrazioni fondamentali per le performance del porto. L’allarme è lanciato da Giampaolo Botta DG Spediporto. Avevamo segnalato già durante la fase di stesura del DL Genova la preoccupante carenza di personale tecnico in molto uffici strategici: dogana, medici e tecnici per l’ufficio di Sanità Marittima, veterinari per il PIF del Porto ed attrezzature adeguate”. Molte direzioni centrali stanno trascurando gli effetti che avrà l’assenza  di personale nel più importante porto italiano questo è molto pericoloso. Solo grazie al grande impegno delle attuali strutture, ridotte ai minimi storici, è stato possibile andare avanti ma il precariato ed i pensionamenti a brevissimo renderanno impossibile garantire il servizio di controlli nei tempi che la clientela richiede. Se così fosse il traffico potrebbe essere ulteriormente penalizzato. Sarebbe uno sgambetto agli sforzi finora fatti per recuperare con fatica capacità competitiva.

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Pubblicato il
13 Marzo 2019

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