Per superare la crisi occorre una riforma più incisiva – Finita l’epoca del “super ciclo” dei traffici marittimi
ROMA – Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro ha affrontato in un convegno pubblico il tema delle attività portuali. Il Cnel si occupa di questo tema dal 1963, quando una volta affrontata la ricostruzione, si prospettava la necessità di elaborare “un piano nazionale organico per il potenziamento del sistema portuale allo scopo di soddisfare le crescenti esigenze di traffico con tutti i Paesi del mondo” .
Sono passati cinquant’anni – dice il Cnel – e molte delle esigenze individuate allora persistono e impediscono uno sviluppo equilibrato e un posizionamento competitivo dei nostri porti all’altezza della collocazione geografica centrale del Paese nel bacino mediterraneo. Infatti il Cnel ha recentemente lanciato il tema delle “autostrade del mare”, precedendo le decisioni della Unione Europea di parificarle alle infrastrutture terrestri, nell’intento di alleggerire il trasporto via terra (soprattutto su gomma) e di costruire una rete infrastrutturale retroportuale per agevolare la distribuzione delle merci.
Infatti ci siamo lasciati alle spalle uno dei periodi più dinamici dello sviluppo dei traffici marittimi dal dopoguerra ad oggi, non a caso chiamato il “super ciclo”, durato dal 2002 al 2007. L’incremento spettacolare dei volumi di traffico, dovuto in massima parte all’esplosione delle economie asiatiche, è stato reso possibile da un continuo processo di innovazione nell’organizzazione dei servizi e nelle tecnologie di sbarco e imbarco, con il decisivo supporto degli strumenti informatici. Durante il convegno è stato presentato il libro del professor Sergio Bologna, “Le multinazionali del mare”. Grazie all’azione e agli investimenti di quelle che Bologna chiama “multinazionali” le nuove tecnologie hanno riguardato non solo le aree industrializzate, ma si sono estese anche in aree del globo che non avevano adeguate dotazioni infrastrutturali, come l’Africa Occidentale e l’America Latina.
In questo contesto, per il Cnel, è necessaria la ripresa del cammino legislativo per la riforma della legge 84/94, con distinti disegni di legge del Parlamento e del Governo, indubbiamente potrebbe portare un efficace contributo al superamento della crisi.