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“Porto 2000” punta a tre terminal per razionalizzare crociere e traghetti

Un piano attuativo in elaborazione che guarda al comparto tra l’Orlando e l’Alto Fondale compreso l’ex magazzino TAF – Il tombamento della darsena Pisa

Roberto Piccini

LIVORNO – Se ne parla poco, di questi tempi: perché siamo sotto Ferragosto, e la gente pensa ad altro. Ma anche perché è uno dei temi delicati, sui quali rimangono più incertezze che scelte. Eppure, come direbbe qualcuno, sotto sotto qualcosa matura.

Parliamo della “Porto 2000” della privatizzazione. Ogni tanto, con andamento carsico, il ministero delle Infrastrutture richiama l’obbligo di passare la “Porto 2000” a una maggioranza di privati: ma visto che si tratta dell’unica società pubblica sul porto che guadagna – e guadagna bene, malgrado la crisi – i due soci che la detengono non hanno alcuna fretta. Siamo anzi a una specie di paradosso: secondo il quale la Camera di Commercio, che detiene poco meno del 30% della “Porto 2000”, è pronta ad aumentare la propria quota azionaria se l’altro socio, la Port Authority, decidesse di privatizzare. Il presidente camerale Roberto Nardi non ha fatto mistero di questa intenzione, visto che il suo istituto ha diritto di prelazione sull’eventuale vendita delle azioni della Port Authority; e visto che ha anche le risorse.

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E l’Authority? Gallanti non ne parla, ma in compenso il presidente della “Porto 2000” Roberto Piccini si sbilancia per lui: “Privatizzare adesso sarebbe sbagliato e addirittura dannoso per l’erario – dice Piccini – perché ci sono progetti in corso che aumenteranno di molto il valore della società, e quindi il ricavo per lo Stato”.

Piccini non va molto oltre, ma è quasi certo che si riferisca al lavoro che dopo un periodo di stand-by sarebbe stato ripreso dall’architetto fiorentino Massa per completare il piano attuativo di comparto che era partito già sotto Nereo Marcucci. Alcuni aspetti che il piano dovrà contemplare sono noti: il “raddrizzamento” della calata Orlando e il tombamento della darsena Pisa, (con il trasferimento dei rinfusi del TCO alla sponda Est della Darsena Toscana) la dedica dei due primi accosti da 300 metri dell’Alto fondale alle crociere, la trasformazione di tutta l’area a terra tra l’Orlando e l’Alto Fondale a servizio delle crociere.

Quello che nessuno ha ancora detto, almeno ufficialmente, è che la “Porto 2000” ha progetti assai più ambiziosi. Che riguardano il “sistema” passeggeri, con la creazione di ben tre stazioni marittime dedicate: una per le grandi navi da crociera, probabilmente utilizzando l’ex magazzino TAF sull’Alto Fondale (quello che a settembre non opererà più con le banane Dole ma che la Cilp non intende comunque mollare perché vi vorrebbe operare con i forestali); una seconda per le crociere “di testa”, in particolare quelle di Costa, che richiedono servizi specializzati; e una terza per le navi traghetto. Si parla di un riassetto globale dell’area dove attualmente sono le due stazioni marittime (quella dei traghetti e quella dove ha sede la “Porto 2000”) e l’architetto Massa sta appunto studiando su questi temi.

C’è comunque da tener presente che l’operazione sul piano attuativo delle crociere e dei traghetti non potrà che avvenire con la piena collaborazione del Comune e probabilmente della Regione: perché coinvolgendo gli assetti urbanistici, né la “Porto 2000” né la Port Authority potranno pianificare da sole. Se ne parlerà da settembre in poi, se veramente si vorranno bruciare i tempi. Altrimenti il rischio è finire alla livornese: con tante chiacchiere, e il famoso sfottò made in Pisa: le parole le porta via il vento, eccetera.

A.F.

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Pubblicato il
13 Agosto 2011

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