Le tante spine della Cilp
Dal “Reefer” alle auto per il Faldo, ma il vero problema per molti rimane l’eccesso di costo della manodopera – Le prospettive

Enzo Raugei
LIVORNO – Quasi centomila tonnellate di frutta esotica (banane della Dole) che scappano dal “Livorno Reefer” per approdare in containers a Civitavecchia. Circa 30 mila autovetture della Toyota che abbandonano anch’esse l’autoporto del Faldo e probabilmente il terminalista Cilp a favore della Sintermar (queste almeno restano a Livorno). Il persistente problema del surplus di manodopera rispetto al lavoro sulle banchine. E ancora: la quasi certa perdita degli accosti sull’alto fondale e della disponibilità degli ex magazzini Taf sulla stessa a favore delle crociere, la guerriglia da tempo in corso per i forestali con le altre imprese specialiste, la minaccia dell’autoproduzione sui traghetti ro/ro…
Non è un periodo facile per la Cilp livornese; che arriva a scontare problemi storici, in altri porti da tempo risolti con il ridimensionamento (o in qualche caso la sostanziale cancellazione) delle Compagnie portuali tradizionali. E c’è chi dice che i problemi accennati siano solo la punta dell’iceberg: tenuto a bada perché alle spalle della Compagnia c’è sempre – per ora – la Lega delle Cooperative. Che tuttavia non ha risorse illimitate.
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Il problema di fondo – a parte la contingenza del “Reefer” che sta cercando disperatamente clienti per raggiungere un break-even di 200 mila tonnellate/anno – rimane quello che causticamente un esperto di amministrazione e finanza da tempo va sottolineando: la Cilp ha uno spirito imprenditoriale ancora valido, sulla traccia della tradizione di Italo Piccini, ma non ha più un demiurgo a gestirlo e a gestire l’assemblea dei soci. E specialmente sconta il fatto di essere una cooperativa, che dipende troppo da frequenti elezioni al suo interno. Quindi le politiche di lacrime e sangue più volte annunciate anche in assemblea da Enzo Raugei e dai suoi, rimangono di fatto lettera morta o quasi. La democrazia interna non sempre aiuta l’economia d’impresa.
Rimane da capire quanto la Cilp possa ancora andare avanti senza ulteriori sacrifici. E proprio in questi giorni secondo gli analisti la situazione che si configura non è, malgrado tutto, drammatica. Il Terminal TDT chiude in attivo, il terminal LTM (di cui parliamo a fianco) chiude anch’esso in attivo, la partecipata del Faldo ritrova un avanzo di bilancio ancora nel 2011 anche se per il 2012 dovrà bilanciare la perdita delle Toyota (ma è previsto un incremento dei coreani della Hyundai e Kia che puntano entro due anni a vendere in Italia 100 mila vetture). Il problema vero rimane quello della gestione e dei costi della manodopera, che è stato affrontato anche se per il momento – lo dicono gli esperti – non in modo determinante. E sarà la sfida di quest’anno di passione, il 2012, che si preannuncia pieno di incognite per tutto il cluster portuale livornese.
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