Perotti al timone di UCINa
Il saluto di Anton F. Albertoni dopo otto anni di presidenza – L’andamento del mercato nautico

Massimo Perotti
GENOVA – E’ Massimo Perotti, amministratore delegato dei cantieri Sanlorenzo di Ameglia (La Spezia) il nuovo presidente di UCINa, l’associazione dei produttori e importatori della nautica italiana. Succede ad Anton Francesco Albertoni, titolare della veleria San Giorgio, che ha coperto l’incarico per otto anni consecutivi, nel periodo forse peggiore in assoluto per il comparto a causa della crisi internazionale e delle politiche fortemente punitive degli ultimi governi italiani. Il passaggio delle consegne è in corso al SATEC, la convention annuale del comparto Ucina che è iniziata ieri a Santa Margherita Ligure e si concluderà oggi con il rinnovo anche del direttivo.
[hidepost]Nel corso della convention verranno anche presentate le statistiche dell’andamento delle aziende del comparto: un comparto che è stato letteralmente massacrato dalla crisi e che ha visto il mercato interno andare a picco, mentre ha tenuto – sia pure con alterne vicende – il mercato dell’esportazione. Sotto questo aspetto c’è stato anche un cambio ai vertici della classifica mondiale, che vede complessivamente l’Italia ancora al primo posto in assoluto per i maxi-yacht: Azimut-Benetti rimane saldamente in testa, mentre il secondo posto è andato a Sanlorenzo che ha scavalcato il gruppo Ferretti, attestatosi al terzo posto.
Nel chiudere il proprio mandato, Albertoni si è detto lieto che alla presidenza di UCINa sia stato eletto – peraltro era candidato unico – il suo vice Massimo Perotti, che ha collaborato strettamente con lui in questi ultimi anni. Secondo Albertoni l’azione di UCINa deve continuare su un pressing accelerato nei confronti del governo, perché restituisca al comparto produttivo della nautica l’importanza economica e sociale che gli è stata negata fin dall’inizio della crisi internazionale. Il famigerato slogan di qualche anno fa comparso a Genova durante un salone nautico (“Anche i ricchi piangano”) che sembra aver ispirato gli ultimi governi è stato di fatto un massacro di posti di lavoro: nel senso che i ricchi hanno continuato a sorridere (e magari a comprare barche sotto bandiera estere) mentre hanno pianto centinaia di micro-aziende e migliaia di lavoratori che hanno perso il loro posto.
Per quanto riguarda le prospettive future, ieri in apertura del SATEC è stato rilevato che i mercati esteri più ricchi rimangono Brasile, Cina ed Emirati Arabi, mentre sta subendo un brusco rallentamento la Russia, che è alle prese con la crisi dell’Ucraina e delle sanzioni dell’occidente dopo gli eventi della Crimea.
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