Convegno in Lombardia a favore di Belt&Road I.

MILANO – Si è tenuto presso la sala congressi della Regione Lombardia, il convegno “L’Italia sulla Nuova Via della Seta” indetto da MoviSol e Regione Lombardia. Relatori di spicco erano Helga Zepp-LaRouche, presidente dello Schiller Institute, vedova dell’economista americano Lyndon LaRouche mancato un mese fa, e nota in Cina come “la Signora della Via della Seta”, e il professor Michele Geraci, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico, che ha preso la parola per primo.
Il professor Geraci ha risposto alle critiche di molti, incluso il Financial Times, ricordando che dalla Nuova Via della Seta l’Italia può solo trarre vantaggi, non c’è pericolo di “acquisizioni” o operazioni finanziarie, e smentendo la bufala, molto diffusa della cosiddetta “trappola del debito”. Come ha riferito il 14 marzo un articolo di Linkiesta.
“La sua posizione è chiara: da un accordo con la Cina, che tanto ha inquietato gli Stati Uniti, l’Italia ha solo da guadagnarci. Non si tratta, assicura, di una svendita di asset infrastrutturali (anzi, ne servirebbero altri, anche più recenti ed efficaci, Tav compresa) e non c’è nessun rischio di finire schiavi di obblighi finanziari – come ad esempio la trappola del debito, strumento di potere/ricatto imposto a tanti Stati africani (e al Montenegro) che spaventa molti Paesi europei. «La Cina ha interessi economici, e possono coincidere con quelli dei Paesi target». Cioè l’Italia. Cioè il Meridione, «che può diventare l’hub verso l’Africa perché è la parte d’Europa più vicina al nordafrica, ma senza essere in Africa». Ma c’è da fidarsi?
Secondo Geraci, sì. Anche sul caso del porto di Trieste: «Non lo stiamo vendendo: i cinesi pagheranno per costruire un molo. Si tratta di un investimento per aumentarne la capacità produttiva». E poi è inutile nasconderlo che «i cinesi, nei mari d’Europa, ci sono già». Sono in Egitto, a Haifa, a Malta, a Valencia, Bilbao, Anversa, Amburgo. Anche a Marsiglia. Al Pireo, il porto di Atene, «il traffico è triplicato grazie ai cinesi, e se i greci si lamentano è solo perché adesso devono lavorare».Per leggere l'articolo effettua il Login o procedi alla Register gratuita.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

*