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Un pò per uno in “collo a mamma”…

LIVORNO – Potremmo davvero sposare, finalmente, la definizione che un anno e mezzo fa varò il contrammiraglio (Cp) Giuseppe Tarzia, comandante della nostra Capitaneria, che definì il suo: “il porto dei miracoli”. Qualcuno, a quel tempo, ci fece sopra anche dell’ironìa. Poi subentrò la burrasca (imperfetta) della magistratura a decapitare l’Autorità di Sistema, salvo le bacchettate della Cassazione, il ritorno a regime degli stessi vertici dell’AdSP e l’attuale sofferto tentativo di trovare quella pace imprenditoriale sulle banchine che ancora stenta malgrado tutti si dicano convinti che sia indispensabile.

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Eppure, proprio i dati forniti dalla Capitaneria sul centinaio e oltre di mega-ship full-container approdate quest’anno ai terminal della Darsena Toscana, confermano che Tarzia aveva ragione: con tutte le burrasche che si sono abbattute sul porto, il porto stesso ha fatto un importante balzo in avanti: capace di accogliere, contro tutti gli scetticismi, anche le grandi navi che sono ormai la normalità. In una realtà nazionale dove molti scali si dibattono in crisi strutturali, dove l’azione coordinatrice del ministero (e dei ministeri) ancora non funziona, dove la pressione fiscale mette in ginocchio imprese e imprenditori storici, il porto di Livorno sta facendo il miracolo – se vogliamo anche per demeriti o disgrazie altrui: ma sempre miracolo è – di entrare nel novero degli scali che hanno un futuro.

Se poi aggiungiamo il tutto ai recenti impegni per i collegamenti ferroviari cargo, per l’integrazione porto-retroporto, per il rilancio di Piombino e le assicurazioni sulla piattaforma Europa, non si può che chiudere l’anno con una nota di pur cauto ottimismo. I guru della logistica ci dicono che il 2020 sarà per tutti un anno difficile: ma con queste premesse forse per Livorno potrà essere un anno di ulteriore crescita. Speriamolo: ci sono imprenditori ma anche gli stessi timonieri, che stanno facendo il possibile per garantircelo. Nessuno è perfetto, ma francamente noi non abbiamo i peggiori, senza piaggerie.

E allora facciamo nostro, una volta tanto, il cinico ma realistico richiamo del saggio Tito Lucrezio Caro (intorno al 50 avanti Cristo, a dimostrare che i millenni non cambiano poi così tanto lo spirito dell’uomo): “In fondo è piacevole star sulla riva quando soffia la burrasca a guardare chi fuori lotta con le onde”. Tradotto in volgare livornese: “Un pò per uno in collo a mamma!”. Auguri ancora di buon anno.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
28 Dicembre 2019

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