GROSSETO – È una delle “neverending story” più note e più incredibili del paese Italia: quella della statale Aurelia tra Cecina e Capalbio (ma anche più sotto) da oltre mezzo secolo in attesa che l’antico tracciato romano per i carri a buoi venga adeguato ai traffici moderni. Una battaglia epocale sulla quale si sono spesi i invano governi, governanti, popolazioni. E che è costata la vita anche a uno dei ministri che più l’aveva sostenuta, Altero Matteoli, morto proprio in un incidente sul tratto peggiore dell’Aurelia grossetana. Non bastano i guai attuali, tanto che si preannunciano rimedi peggiori del male. Almeno a sentire il presidente della Camere di Commercio di Livorno e Grosseto Riccardo Breda, da tempo molto parco di presenze sulla stampa nazionale. Ora Breda si fa sotto.
“La decisione di Anas di chiudere alcuni incroci a raso sulla statale Aurelia crea ulteriori disagi a un territorio che già è in sofferenza”- dice sulla questione che da giorni sta animando il dibattito pubblico in provincia di Grosseto- “È innegabile che la statale Aurelia vada messa in sicurezza, come da anni chiediamo a più riprese; ma limitarsi a chiudere alcuni varchi, impedendo, per chi viaggia in direzione Roma di svoltare a sinistra e costringendo, quindi, gli automobilisti ad allungare il proprio tragitto non è certo la soluzione. Al contrario, è una procedura che crea disagi ai cittadini, costretti a percorrere più chilometri, ma soprattutto alle imprese che si spostano con autoarticolati, mezzi pesanti, trattori, motocarri e altri mezzi agricoli e che, in alcuni degli svincoli che saranno costretti a utilizzare, incontreranno difficoltà importanti di manovra. In sostanza si sposta il pericolo di incidenti dalla strada principale a quelle secondarie. E tutto questo sarà ancora più evidente con la stagione estiva, quando, al traffico consueto si aggiungerà quello dei molti turisti che visitano il territorio”.
“Se la chiusura dei varchi da parte di Anas corrispondesse a un contestuale lavoro sulle complanari – aggiunge Breda – anche in preparazione dell’adeguamento del Corridoio tirrenico, l’intervento avrebbe un senso e uno scopo diverso. Invece, la sensazione è che si intenda procedere a una chiusura che non darà seguito a nessun lavoro: interi centri rischiano di essere confinati e di rimane in questa condizione per chissà quanto tempo. Siamo ancora in attesa, e il Ministero dei Trasporti non si è espresso in nessun senso sul futuro di questa arteria, di avere notizie sulla realizzazione del Corridoio Tirrenico che attendiamo da 55 anni. È arrivato il momento di avere certezze su come si intende procedere per il rinnovamento della statale, tenendo conto che la sicurezza dei cittadini è prioritaria, ma lo è altrettanto la necessità di consentire alle imprese del territorio di lavorare e di spostarsi, senza dover subire ulteriori disagi. Attendiamo, quindi, il prossimo incontro con Anas e ci auguriamo che il Governo prenda in mano, una volta per tutte, la situazione dando finalmente certezze a una comunità che da troppo tempo paga le spese delle scelte della politica fatte fino ad oggi”.