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Toremar, un anno di proroga?

Il ministero sarebbe riuscito nell’intento di allungare i termini dopo il fallimento della prima gara della compagnia nazionale – Come si svolgerà la privatizzazione

FIRENZE – Ufficialmente nessuno parla. Ma una dichiarazione ufficiale, riportata da una Tv locale, del sindaco di una delle isole Eolie, sembra aver accreditato la notizia che la Unione Europea ha concesso lo “slittamento” di un anno ai termini per la privatizzazione di Tirrenia. E insieme, per la privatizzazione delle “regionali”, un tempo facenti parte del gruppo.

Ad oggi l’assessore regionale della Toscana ai Trasporti non si è ancora pronunciato ufficialmente. Ma sullo “slittamento” conta molto anche la Toscana, perché il buco di oltre 9 milioni di euro dovuto all’inadempienza di Tirrenia (il debito di Tirrenia verso Toremar era di circa 18 milioni, poco meno di 10 saldati e il resto in sospeso) cambia nettamente le carte in tavola per la gara.


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Tanto che si dice che la privatizzazione potrà andare avanti nei tempi previsti – cioè con la richiesta agli 11 nominativi che hanno presentato manifestazione di interesse di formalizzare le proprie offerte entro la fine di questo mese – solo se lo Stato garantirà in solido la copertura dei soldi che mancano da Tirrenia. Il tutto in tempi strettissimi, che è la cosa più difficile. Da parte della Regione si sostiene che lo schema di contratto di servizio è già pronto e che le schede di rilevazione dei requisiti sono altrettanto pronte. La fase successiva sarà la verifica delle caratteristiche degli 11, per capire chi sarà o no ammesso a fare l’offerta. Poi dovrà essere nominata la commissione che esaminerà le offerte – solo dopo la scadenza della “gara”- commissione che deciderà chi avrà vinto. Ci sarà una verifica dei requisiti del vincitore, l’aggiudicazione definitiva e la stipula dei vari passaggi: contratto di servizio e cessione delle quote.

Il meccanismo è quindi già pronto, oliato ed approvato. Anche i “valori” in gioco sono chiari: a fronte di un patrimonio netto di 8 milioni, il volume d’affari supera i 20 milioni di euro annui al di fuori dalle sovvenzioni, l’utile è intorno a 1 milione di euro all’anno e i dipendenti, con tutti i contratti finalmente a posto, sono 250 con una media annuale di 240 che navigano effettivamente. Una compagnia sostanzialmente sana dunque, che guadagna bene specie sulle linee dell’Elba, che ha navi vecchie ma ancora efficienti (salvo l’aliscafo che è una palla al piede per i guasti e i costi) e che copre quasi totalmente le linee “sociali” (Capraia, Gorgona, Pianosa, Giglio) con la sovvenzione di legge. Un boccone quindi appetibile: e lo si vede anche dal numero di interessati all’acquisizione.

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Pubblicato il
18 Settembre 2010
Ultima modifica
20 Settembre 2010 - ora: 07:56

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