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Il gas GNL nel primo Summit nazionale

Nella foto: Il tavolo della presidenza al Summit sul gas naturale.

LIVORNO – Il tema ovviamente è tra i più attuali del secolo: l’alimentazione dei motori per i trasporti via mare e via terra con il principe dei carburanti “puliti”, il gas naturale liquefatto. E la scelta di Livorno per il primo Summit nazionale è la conseguenza dell’impianto offshore della OLT Toscana LNG che da anni ormai serve da polmone nazionale alle forniture di gas via mare.

Il GNL arriva ormai in Italia con i gasdotti internazionali ma anche – sia pure in proporzioni minori – via mare, con i terminali offshore in Adriatico e in Tirreno più il terminal inshore di La Spezia. Il problema ormai non è più come arriva il gas, ma come innescare la filiera virtuosa dei consumi nel campo della logistica. Ovvero: creare una rete di rifornimenti sia per le navi – che cominciano davvero ad adottare questo carburante – sia per i trasporti pesanti. Se n’è parlato a lungo, e ovviamente con cognizione di causa, nel Summit in Fortezza Vecchia dalle 15 di giovedì alla sera. I problemi ci sono, le leggi anche – seppure con alcuni margini di incertezza come al solito – ma l’isteresi tra i progetti e le realizzazioni continua ad essere pesante.

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La parte dei saluti istituzionali è partita con il consueto ritardo, ma giustificabile dagli impegni. L’ha aperta l’assessore comunale alle attività produttive avvocato Martini. Più puntuale e calibrata l’apertura dell’AD di OLT Offshore Toscana Richard Fleischmann e analogamente gli sviluppi del dibattito da parte dei rappresentanti del cluster, a partire dalla presidente di Assocostieri Marika Venturi. I progetti nazionali sullo “small scale” GNL meritano un ritorno sul tema, che faremo nel prossimo numero. Il saluto del viceministro delle infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi si è tenuto strettamente al tema delle normative e dei programmi italiani per il GNL, anche se non sono mancati gli accenni – in chiave positiva – agli impegni del suo ministero sulla riforma della riforma della riforma. Dibattito ristretto alla fine, anche perché il pomeriggio è volato sui temi tecnici-giuridici di tutte le componenti del settore.

L’intervento del viceministro si è allargato anche a una visione geo-politica del ruolo del sistema portuale italiano, in un quadro di grandi incertezze sul futuro della logistica sia per il Mediterraneo che per l’Europa. Il GNL è certamente una risorsa importante, ma sarebbe sbagliato pensare di poter avere su ogni porto italiano, piccolo e grande, una stazione di rifornimento. Occorrerà arrivare, in una visione ideale del futuro, a una specializzazione dei porti: o almeno ad evidenziare certe specializzazioni, adeguando le strutture a queste ultime. Sempre tenuto conto – ha detto il viceministro – di una realtà portuale nazionale fatta di una grande maggioranza di porti storici, quindi inseriti dentro le città e con scarse possibilità di grandi espansioni. Indirettamente Rixi ha anche affrontato il tema “rovente” della Belt& Road richiamando il paese alla necessità di difendere le proprie autonomie economiche e strategiche, sia pure senza rifiutare le possibilità di investimenti stranieri, da tenere comunque sotto controllo. Tanti temi sui quali ovviamente ritorneremo.

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Pubblicato il
16 Marzo 2019
Ultima modifica
22 Marzo 2019 - ora: 10:32

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