Grandi eventi il nostro dito e la Luna
LIVORNO – Forse non siamo proprio al paradosso secondo cui guardiamo il dito invece della Luna che sta indicando: ma a seguire le cronache di questo nostro Paese mentre il mondo affronta temi di enorme ricaduta economica anche per noi, sembra davvero che ci sia uno strabismo generale.
[hidepost]Guardiamo lo shipping. Se ne parla poco e se ne scrive con pruderie sospetta: però avrà un significato, viene da chiedersi, il fatto che le più importanti compagnie del mondo stanno mettendo in naftalina fullcontainers nuove di trinca, specialmente quelle oltre i 18 mila teu. Solo perchè i noli non rendono, o le compagnie hanno la vista lunga, oltre l’orizzonte, e si preannunciano nuove burrasche? E noi, come ci prepariamo?
Guardiamo ancora lo shipping, sempre in chiave mondiale. Il canale di Suez da poco potenziato sta registrando una caduta storica dei transiti, che probabilmente è conseguenza di quanto scritto sopra. E tra una settimana s’inaugura l’altra grandiosa opera di canalizzazione, il potenziamento di Panama, che configura scenari del tutto nuovi per i traffici dal far East verso l’Atlantico. C’è fibrillazione ovunque, meno che – ci sembra di capire – in Italia, dove si continua a guardare il dito delle beghe minori della riforma portuale, concentrandoci sulle presidenze, sulle influenza del “giglio magico” per le nomine, sui gossip più o meno di buon gusto su nomi e camarille. Strategie? Boh…
Leggiamo poco, anzi pochissimo, anche sull’altro grande evento economico in fieri, il referendum inglese sul Brexit, ovvero sulla possibile uscita della Gran Bretagna dall’UE. Se prevarrà il voto d’uscita, difficile pensare che non ci saranno ripercussioni sul mare, sui noli, sui traffici, sulla stessa pianificazione della logistica europea. Ma da giorni cerchiamo invano analisi approfondite su questi scenari. Conta più il campionato di calcio.
Non serve tirarla per le lunghe: c’è purtroppo la tendenza mai sopita delle istituzioni (e non solo loro) a considerarsi l’ombelico del mondo, con i piccoli e piccolissimi problemi che una politica auto-referente e una burocrazia imperante non aiutano certo a ridimensionare. Aveva comunicato a tutte le sue navi Horatio Nelson prima della grande vittoria di Trafalgar: La Patria si aspetta che ciascuno faccia il proprio dovere. Noi di Nelson non ne abbiamo, e forse nemmeno un concetto analogo di Patria e di Dovere. Ma non sarebbe male se qualcuno ci richiamasse ad essere più un Paese unito sui temi più seri invece dell’Italia dei Comuni di quattrocento anni fa.
Antonio Fulvi
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