Cancellate le riduzioni per anzianità delle imbarcazioni, rimane un meccanismo complicato e difficile da applicare che imporrà improponibili verifiche quotidiane da parte di Finanza e Guardia Costiera – Le proteste dell’assemblea di UCINa
GENOVA – Si sapeva che la stangata avrebbe colpito la nautica e tutta la sua filiera. Si sapeva anche che – come ha ribadito l’UCINa la settimana scorsa nella sua assemblea straordinaria di venerdì 16 – sono state calcolate ricadute sconvolgenti: da 40 a 50 milioni di euro di perdite nell’intero comparto (considerando anche cantieristica, porti turistici, indotto alberghiero, consumi vari) per le regioni più “nautiche”, cioè Liguria e Toscana, cifre variabili tra i 15 e i 30 milioni per le altre regioni affacciate sul mare. Poiché la tassa di stazionamento secondo il governo Monti dovrà rendere circa 250/300 milioni all’anno – valutazione ragionieristica, calcolata come se tutte le barche immatricolate stessero in acqua almeno 6 mesi e nessuna scappasse via all’estero – il conto è presto fatto: sarà una voragine per l’economia italiana e per il conto fiscale.
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