Sembra ormai scontato che per il rigalleggiamento (se sarà possibile) si andrà ben oltre la fine dell’anno – Intanto a Piombino si corre per predisporre il sito di demolizione
ROMA – Che fosse una catena quasi inesauribile di problemi, la rimozione del relitto della Costa Concordia al Giglio, l’avevano ipotizzato in tanti: noi compresi. Che lo stesso piano di Titan-Micoperi avesse fatalmente delle aree di indeterminatezza, era altrettanto chiaro. Adesso poi che si avvicinano i tempi in cui le ipotesi ufficiali prevedevano – e ancora prevedono – il rigalleggiamento del relitto, ai dubbi si aggiungono dubbi.
Sono stati gli stessi tecnici del consorzio Titan-Micoperi, nell’ultima audizione dei giorni scorsi con il commissario Gabrielli e all’osservatorio della Regione Toscana, a far presente che i lavori procedono secondo il piano già più volte modificato – con gli “sponsons” che probabilmente non saranno riempiti d’acqua per raddrizzare lo scafo ma saranno aiutati dai cavi tesi allo scopo – ma che ci sono crescenti preoccupazioni per lo stato della parte immersa del relitto.
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