Tra “bufere” gossip vari e strappi ANCI
ROMA – Tutto quello che avreste voluto sapere dietro la facciata dall’assemblea di Confetra: e che naturalmente non ci hanno raccontato.
[hidepost]Intanto un piccolo, ma nemmeno tanto dettaglio. Pochi giorni fa il giornale quotidiano genovese ha sparato un titolo urticante in cui praticamente si dava in corso una “bufera” in Confetra. Bufera per che cosa? Perché l’attuale vertice con il livornese Nereo Marcucci alla presidenza è alla normale scadenza, e i genovesi – o almeno alcuni – scaldano i motori nella certo legittima aspirazione al bastone di maresciallo. Marcucci, che come tutti sanno non ha un carattere docile, l’ha presa così e così (eufemismo?) ma ha tagliato la testa al toro e tra oggi e lunedì convocherà, a quanto dicevano nei corridoi gli uomini di Confetra, l’assemblea elettiva per la fine del mese. Tambur battente, contrariamente ai tempi che in genere si usano su queste cose, tra prorogatio e altri intoppi.
Genovesi contro livornesi, a questo punto? Qualcuno faceva notare, proprio nei corridoi dell’assemblea, che oggi abbiamo una inconsueta triade di livornesi al comando in capo in Confetra (Marcucci) Fedespedi (Alberti) e Fedepiloti (direttore generale Milani). Chi ama i carichi da novanta ricorda anche il livornese senatore Matteoli alla presidenza della importante commissione trasporti. Troppi livornesi, proprio quando Livorno sta giocando la carta della Piattaforma Europa che potrebbe rivoluzionare gli assetti degli scali containers italiani? Rossi, nel ricordare in Asamar le tre regioni che minacciano di fare un fronte unico sulla logistica, è stato chiaro: occhio, si vuol disturbare i manovratori?
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Sono interrogativi che s’intrecciano con altre valutazioni, più strategiche e meno “gossippare”. Marcucci è uomo di grande esperienza come terminalista, mentre in Confetra ci sono anime diverse, tra le quali prende costantemente posizione dialettica quella delle spedizioni. Siamo alla maturazione dei tempi di un ricambio? E ci vuole un giovane al posto di un sperimentato settantenne? Se ci pensiamo bene, è lo stesso tipo di discorso che sta maturando a livello di governo per la delicatissima partita dei prossimi presidenti delle Autorità di sistema. Delrio e il suo staff sono sotto pressione per offensive contrastanti: chi sostiene che i “vecchi” (e lo scrivo con cognizione di causa, essendo ormai quasi ottantenne) devono riconoscere i propri limiti e sbloccare una gerontocrazia ormai superata in quasi tutto il mondo; e chi sostiene invece che l’esperienza e la capacità non si valutano con il numero degli anni ma con i curricula e le cose fatte. Il che può riaprire anche alcune ferite, anche recenti: come la staffilata di Enrico Rossi l’altro giorno all’Asamar quando è sembrato accusare i vertici della Port Authority livornese di scarsa velocità nelle decisioni; mentre c’è chi – e Rossi sembrava inizialmente d’accordo – ritiene che Gallanti per quanto “vecchio” sia legittimato a finire tutto il processo della piattaforma Europa, essendo tra l’altro non pensionato (limite della nuova legge sui porti) ma titolare di un vitalizio privato. E con Gallanti, altri tornerebbero in corsa.
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Non va sottovalutata, a mio parere, anche un’altra presa di posizione. Nell’assemblea di Confetra ha fatto una fugace apparizione anche il sindaco di Livorno Filippo Nogarin, presidente della commissione città portuali di ANCI. Ha chiesto di parlare, ma il programma era rigido e non ha insistito. Poi però ha “sparato” una nota Ansa, che riporto qui sotto integralmente, a conferma che il cammino della riforma sembra ancora cosparsi di mine. Piccola chiosa: alla nota di Nogarin sembra che nello staff di Delrio abbiano commentato che l’ANCI ha dato il suo parere favorevole al testo delle riforma, quindi si mettessero d’accordo. Siamo alle comiche?
Ed ecco la nota di Nogarin. “La riforma – sottolinea Nogarin – provocherà una spaccatura più marcata tra porto e città: i vertici delle Authority, che attualmente sono scelti dal Ministero di concerto con Regione, Province Comuni interessati e categorie, saranno appannaggio solo del MIT e delle Regioni e questo non è ammissibile. Già oggi le Authority sono organismi indipendenti che operano senza rendere minimamente conto ai sindaci. Ma è bene ricordare a tutti che le loro decisioni hanno poi ricadute dirette sulle città e sull’occupazione”.
“A Livorno – aggiunge Nogarin – abbiamo avuto di recente un esempio lampante, con l’Autorità Portuale che dall’oggi al domani ha deciso di chiudere un posteggio da 120 posti che veniva utilizzato, a pagamento, prevalentemente dai livornesi. Come ANCI, un anno fa avevamo chiesto che fosse introdotta una tassa portuale sugli sbarchi, sulla falsa riga di quella che già è prevista nelle città aeroportuali. Questa proposta non ha trovato spazio nella legge di stabilità, ma se non ci saranno correttivi alla riforma dei porti, a Livorno potremmo valutare la possibilità di imporre dazi sulle merci e i passeggeri in ingresso al porto”.
Nogarin lancia poi una frecciatina al governatore della Toscana Enrico Rossi che ieri al termine dell’incontro organizzato a Livorno da Asamar, l’associazione degli agenti marittimi, aveva sottolineato come i porti toscani scontino un ritardo infrastrutturale dovuto all’eccessivo municipalismo che la vecchia normativa aveva favorito.
“Rossi si sbaglia di grosso” – rilancia il Sindaco. “Livorno ha potuto beneficiare del prestito garantito dal piano Junker attraverso la banca europea solo in ragione dell’emergenza occupazionale che si registra in città. Non è possibile che come Comune si debba quotidianamente fare i conti con questa emergenza sociale, ma non si possa avere voce in capitolo sul futuro di un sistema, quello portuale, che potrebbe rappresentare la principale soluzione al dramma dei disoccupati livornesi”.
Antonio Fulvi
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