L’interporto riparte “pulito”

Nella foto (da sx): Bino Fulceri e Guido Rocco Nastasi.

GUASTICCE – Per chi ha seguito la storia dell’interporto Vespucci, nato in una palude solo come compensazione di Stato per la chiusura di una grande industria di carpenteria metallica, le notizie di questi giorni sembrano uscite da un altro pianeta. “Abbiamo raddrizzato barca” ha detto in pre-conferenza stampa il presidente della Spa Guido Rocco Nastasi. E Bino Fulceri: “Adesso galleggiamo con molta più serenità”.

Non si può dar loro torto per la (controllata) euforia. Sintetizziamo i perché. Il primo è l’attivo di bilancio con cui si è chiuso il 2008. Non sono tanto i 3,3 milioni di utile approvati nell’assemblea del 12 marzo a fare la differenza ma il  risultato consente finalmente di attivare i protocolli con l’Autorità di sistema portuale per un suo a lungo atteso aumento di quote. Inoltre la Regione acquisterà, grazie a una legge in via di approvazione a Firenze entro giugno, due importanti impianti del Vespucci, pari a 23,8 milioni. Saranno così rimborsate le banche e potrà partire – liberata la Regione dall’essere responsabile con le banche – l’operazione retroporto con l’AdSP.

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